“UN RAGAZZO COME NOI”

Conferenza stampa della porta accanto.
Racconti che riportano alla memoria la nostra infanzia.
Quella della gente comune.
Quella dei bambini con un pallone fra i piedi, intenti a giocare a calcio. Sempre.
Per strada, in un parco, davanti casa.
Ore ed ore a far rimbalzare la sfera. Sia d'inverno che d'estate, con le mamme che ci richiamavano dalla finestra in quanto la cena fosse pronta.
Più o meno, è questo il racconto di Yunus Musah, neo centrocampista del Milan, ingaggiato dal Valencia.
Cittadino del mondo, il classe 2002, di nazionalità statunitense, ma dai genitori ghanesi e dai trascorsi in Italia e in Inghilterra.
In Italia, per l'appunto, a Castelfranco Veneto.
Musah racconta, ai giornalisti, della sua infanzia, lì nel trevigiano, dei genitori che gestivano un negozio, di lui che giocava a calcio ovunque, con quella libertà che solo un cento di medie dimensioni riesca a regalare.
La mamma e il papà che non avevano timore, quando il piccolo Yunus si allontanava di casa per giocare con i suoi amici.
Ritratto di una provincia pane e salame, come quella vissuta da molti di noi.
Ricordi indelebili, piacevoli ed emozionanti. Come i primi calci con la squadra del Giorgione.
Poi la vita lo ha condotto Oltremanica, a Londra, nell'Academy dell'Arsenal.
Il resto è storia da calciatore professionista.
Il Valencia, la Nazionale a stelle e strisce ed ora il Milan.
Il ritorno in Italia per ben figurare, per crescere, per dimostrare a tutti che Musah sappia stare nel contesto di una compagine ambiziosa.
Una compagine dalle ampie mira sia in campionato che in Champions League.
Ed insomma, di strada, Yunus ne ha percorsa, però nulla sbiadirà quell'infanzia trascorsa a Castelfranco Veneto.
Infanzia comune a quella di tanti suoi coetanei.
La provincia, il pallone, le ore ad inseguire una passione, la bellezza dell'innocenza.
Tutto così normale, tutto così profondo.
Tutto così raro, in una società che di autentico conservi sempre meno.
Lorenzo Cristallo