“UN PO’ DI BOSFORO”

Edin Dzeko saluta la nostra serie A.
Si congeda dal nostro campionato, dopo aver segnato a raffica, ed aver fatto innamorare i suoi tifosi.
Roma e Inter: le squadre con cui abbia deliziato il pubblico italiano.
In giallorosso dal 2015 al 2021, giusto il tempo di inanellare 260 presenze, impreziosite da ben 119 gol.
E poi all'ombra della Madonnina.
Quella sponda nerazzurra che lo abbia visto, mettere insieme, in due stagioni, 101 apparizioni condite da 31 gol.
Con la Beneamata, poi, due supercoppe italiane, due coppe Italia, ed in ultimo il titolo, seppur platonico, di vice-campione d'Europa.
Tutto questo nella sera del 10 giugno scorso, in Turchia.
Terra che lo vedrà protagonista nei prossimi due anni, con addosso la casacca del Fenerbahce.
Di nuovo Istanbul nel suo destino, al fine di chiudere al meglio una carriera altisonante.
Una carriera infarcita di titoli, riconoscimenti, ma soprattutto di gol.
Gol in tutte le salse: di destro, di sinistro, di testa. In ogni modo.
Simone Inzaghi lo ha reso protagonista, nel suo progetto a tinte nerazzurre.
Nella stagione andata, da poco, agli archivi, molto spesso sia stato scelto come spalla, affidabile, del "Toro", Lautaro, scalzando nelle gerarchie Big Rom, Lukaku.
Ora, però, a 37 anni, e con una finale di Champions andata di traverso, è tempo di lasciarsi cullare in un campionato meno impegnativo, rispetto a quello italiano.
Nel Bosforo per migliorare, ulteriormente, il suo score, e poi, perché no, tentare di rimpinguare la sua bacheca personale, con qualche altro titolo da centrare con il Fenerbahce.
Con tanti saluti, dunque, dei suoi ex tifosi italiani.
Quelli giallorossi e quelli nerazzurri che, nel corso degli ultimi 8 anni della sua carriera, abbiano goduto del privilegio di poter sostenere un centravanti famelico, agguerrito, in poche parole: un gladiatore proveniente da Sarajevo.
Con una storia da calciatore che volge al termine, toccando con mano l'intimità delle luci del tramonto, Edin Dzeko si appresta ad accettare una nuova sfida.
Probabilmente meno allettante di quelle vissute in passato, fra Bundesliga, Premier League, e Serie A, ma pur sempre un ultimo approdo in cui snocciolare la sua lingua preferita, vale a dire quella del gol.
Lingua ripetuta, una e più volte, sotto ogni maglia, sotto ogni vessillo, davanti, però, ad un pubblico, costantemente, entusiasta di quel granatiere che non lasciava scampo alle difese avversarie.
Lorenzo Cristallo