“TUTTI PER PELE’”

Uno per tutti, e tutti per Pelè.
Istantanea di un lunedì Mondiale.
Istantanea di un Brasile che giganteggia sulla Corea del Sud.
4-1 il risultato finale, ma divario ampio, anzi, amplissimo.
I verdeoro accedono ai quarti di finale, mettendo in vetrina tutto il loro repertorio.
Repertorio da calcio bailado, e non.
Repertorio infarcito da classe, fantasia, magie.
Azioni avvolgenti e travolgenti.
Qualità a profusione e individualità di spicco.
La fama internazionale che si fonde con la forza di un gruppo e di un gioco corale, che isseranno i Pentacampeo lontano, molto lontano - Croazia permettendo -.
Ed infine l'epilogo.
L'epilogo doveroso, giusto, commosso.
Il cuore oltre la qualificazione.
Tutti uniti, gli uni accanto agli altri, dietro uno striscione in onore di Pelè.
La stella indiscussa, l'icona del Brasile, chiamato a lottare più forte, sempre più forte, per vincere la sua battaglia contro il male.
Sugli spalti del 974 di Doha sono comparsi striscioni in suo onore.
Sul campo, Neymar, Richarlison, Vinicius e tutti gli altri, stretti nel nome di O Rei.
Il successo contro la Corea del Sud è dedicato a lui.
Come a lui, alla Perla Nera, siano state dedicate le giocate strabilianti, le azioni incontenibili, la magnificenza di un Brasile che, dopo 20 anni dall'ultimo titolo mondiale, non può - e non deve - che puntare in grande.
Tra balli, sorrisi e occhi lucidi.
Occhi e cuore, colmi di speranza e di preghiera per O Rei.
Pelè.
Simbolo vincente di una Selecao stradominante.
Simbolo vincente di un Paese che, palla al piede, illumina e folgora il mondo intero.
Lorenzo Cristallo