“TU VUO’ FA’ O’ COREANO”

Kim Min-Jae, Ministro della Difesa del Governo Spalletti.
Un Governo autorevole e tiranno, che fra i suoi membri, annovera Kim.
Giunto in estate dal Fenerbahce, in tanti videro in lui un oggetto esotico che non avrebbe, neanche minimamente, ricalcato le gesta di un "mostro sacro" dalle parti del Vesuvio, vale a dire Kalidou Koulibaly.
Ed invece Kim mostra carattere, sicurezza, autorevolezza.
Personalità e propensione nel farsi trovare pronto nelle azioni offensive con palla da fermo.
Tenace e imprescindibile, Spalletti lo definì, dal ritiro di Castel di Sangro: "Un animale da Champions".
Ed infatti, Kim, sia in serie A, che in Champions League, stia dimostrando una padronanza fuori dal comune.
Alla Deutsche Bank Park di Francoforte, ha anestetizzato Kolo Muani, prima che quest'ultimo venisse, tra l'altro, espulso.
In questa stagione, sin qui, 22 presenze in serie A, 6 in Champions League e 2 gol a referto.
Performance sontuose e di carattere.
Rare sbavature e quell'onestà che lo abbia indotto, il 12 novembre scorso, durante Napoli-Udinese, a chiudere scusa ai suoi compagni, in occasione del raddoppio, ininfluente, dei friulani, nel contesto dell'ennesimo trionfo dei partenopei.
E così, in un Napoli dai numeri altisonanti, in un Napoli dalle 20 vittorie in campionato e dai 6 trionfi in Champions.
In un Napoli che veleggia verso il terzo titolo, nella sua storia, di campione d'Italia, e in un Napoli con un piede e mezzo ai quarti di Champions - anche in questo caso un unicum nella tradizione azzurra -, giganteggia l'effige di questo sudcoreano alto 1 metro e 90 centimetri.
Nella miglior difesa della A con appena 15 reti al passivo, è lui il Ministro dai pieni poteri.
L'uomo dagli occhi a mandorla, ma dalla mimica molto vicina ai costumi napoletani.
Da "Tu vuò fa l'americano" a "Tu vuò fa o'coreano" il passo è breve. Anzi, ardito, come la scelta di puntare su quest'omone venuto da lontano, per non far rimpiangere il Re d'ebano, Kalidou Koulibaly, evitando che la nostalgia prendesse il sopravvento.
Lorenzo Cristallo