“TRIONFO E TONFI”

L'ultimo abbraccio.
Quasi un presagio che da lì, in avanti, non ce ne sarebbero stati altri.
Altri motivi per abbracciarsi.
Altre situazioni per abbracciare.
Per abbracciare Luca Vialli, andato via troppo presto, lasciando in eredità tanto, compreso quell'abbraccio lì.
L'abbraccio della serata indimenticabile, quella in cui raggiungemmo l'olimpo d'Europa.
Eco di un'estate lontana.
La battezzammo "estate italiana".
Quella coppa, a far da preludio alle medaglie che poi arrivarono.
Trionfi, successi. Tricolore issato in alto, in segno di dominio e primati.
Primati nel calcio e nello sport.
Poi le ombre.
Quelle capaci di materializzarsi d'improvviso, oppure da tempo lì, pronte a far capolino su un calcio illuso e disincantato.
Credevamo.
Credevamo che il peggio fosse passato.
Credevamo che un'altra eliminazione, proprio no.
Ed invece la nefasta notte di Palermo.
Trajkovski, carnefice degli azzurri.
Fuori dal Qatar, poi la sconfitta contro l'Inghilterra, all'esordio per le qualificazioni verso Euro 2024, manifestazione in cui difendere quel titolo lì.
Sino a giungere a ieri sera.
Una serata collocata in una settimana dalle forti emozioni.
La scomparsa di Silvio Berlusconi, emblema, icona, del calcio italiano da medaglia d'oro.
Ed allora, onorarlo con un successo, contro la Spagna, avrebbe alimentato entusiasmo e speranza.
Speranza che, in fin dei conti, l'estate possa essere foriera di buone novelle.
L'estate italiana capace di tornare a risplendere sul nostro Stivale.
Ed invece Yeremy Pino e Joselu, evidenziano i limiti della nostra Nazionale.
Un 3-5-2 sconfessato da Mancini, una prestazione insufficiente, nella ripresa, e tanta, tanta delusione.
Disinnamoramento e critiche, sin tanto gli azzurri non riescano a svoltare.
A trovare la chiave di Volta per far riemergere l'incanto di Wembley.
Magia sgretolatasi a colpi di amarezze.
Magia funestata da bocconi amari, indigesti.
Pugni allo stomaco per un pallone italiano sempre più sgonfio e perdente.
Lorenzo Cristallo