“TESTATA ALLE CRITICHE”

03.02.2023

Una stagione da sali e scendi.

Una stagione da Inferno, Paradiso e poi, di nuovo, Inferno.

Gleison Bremer: colpo altisonante dello scorso mercato estivo, in casa bianconera.

Dalla Torino granata a quella della Vecchia Signora.

Uno di quei innesti che candidarono, la Juve, a favorita per lo scudetto.

A seguire le vicissitudini ben note, ed anche la stagione, sin qui, del brasiliano rappresenti, un po', quel caleidoscopio di emozioni che abbiano caratterizzato il mondo a tinte bianconere.

Prestazioni sugli scudi, ed altre sconcertanti.

Nel mezzo un Mondiale da comprimario, e a seguire, di nuovo, il campionato.

Un 2023 che ha visto Bremer soccombere, più di altri, al Maradona.

Il Napoli che prende a pallonate la Juve, in un 5-1 in cui il numero 3 brasiliano, viene annichilito dalla strapotenza e dall'irruenza del duo Osimhen-Kvaratskhelia.

Brancola nel buio, Bremer, fra gli azzurri indomabili e la critica severa, abbattutasi sul suo capo.

Poi la nefasta prestazione con il Monza.

La truppa di Allegri che affonda, per 0-2, al cospetto dei brianzoli, ed anche in quel caso, l'ex granata è additato fra i peggiori nel reparto arretrato, annoverando, anche, il demerito, di aver toccato la palla, su conclusione indirizzata in porta da Milik, nonostante la posizione di offside.

Insomma, nella stagione del -15 inflitto dalla Corte Federale d'Appello, Gleison Bremer sia fra coloro che procedano tra alti e bassi, fra critiche velenose e qualche applauso, fra chi attenda la sua esplosione definitiva e chi nutra rammarico per l'esborso economico effettuato in estate.

Poi, però, arriva la sfida di ieri sera.

Un quarto di finale di Coppa Italia da onorare al meglio, in quanto tale competizione possa rappresentare una delle poche ancore di salvataggio, per quanto concerni l'orgoglio della Signora.

Ed allora Bremer risponde presente.

Si lascia alle spalle la vivacità di Osimhen e Kvara, cancella l'opaca prestazione contro il Monza, mostrando autorevolezza in difesa.

Anestetizza Immobile ed infine, al 44' del primo tempo, spedisce in fondo al sacco quel pallone che si rivelerà decisivo.

Decisivo come l'harakiri di Maximiano che si avventa in maniera sconsiderata sulla sfera, permettendo a Bremer di andare in gol.

Una risposta alle critiche.

Una risposta alle tante bocciature, sin qui, ricevute.

L'annata è difficile, complessa e dall'esito finale incerto.

Non si sappia bene come andrà a finire, né sul campo e né, soprattutto, nelle aule di tribunale.

Intanto, ieri, in una fredda notte di inizio febbraio, Bremer ha riscaldato i cuori dei suoi tifosi.

Con un colpo di spugna ha azzerato la nefasta serata del Maradona, e con una zuccata ha spinto la Juve in semifinale.

Ad aprile vi sarà l'Inter da affrontare.

Un doppio match al cospetto di una squadra che vorrà difendere il titolo.

Remake della finale della passata edizione.

Quando Bremer ancora vestiva il granata e la Beneamata era sulle sue tracce.

Narrazione di un'epoca, apparentemente, lontana.

Lontana dal suo approdo in bianconero, lontana dalle prestazioni altalenanti, lontana dai fischi sprezzanti e lontana dalla zuccata mortifera con cui la Lazio sia stata rispedita a casa.

Lorenzo Cristallo 

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