“STILLICIDIO”

E', forse, il termine esatto per tratteggiare la stagione della Juventus.
Logorante, martoriante, fiaccante, a ritmo di uno stillicidio.
Infliggere tagli da cui ricavare ferite sanguinanti, goccia a goccia.
E a dirlo sia stato, proprio, Massimiliano Allegri.
Allenatore sotto l'occhio del ciclone, specialmente da parte di una nutrita frangia di tifosi juventini.
Tifosi che chiedano – metaforicamente – la sua testa.
La testa di un allenatore che in due anni non abbia conquistato alcun titolo.
Allenatore responsabile delle sconfitte, del gioco espresso, della qualità messa in vetrina.
Tutto sbagliato, a detta di molti.
Il capro espiatorio è l'uomo venuto da Livorno.
Quello richiamato dalla Vecchia Signora dopo due anni griffati Sarri e Pirlo, che portarono in dote uno scudetto, una Supercoppa Italiana ed una Coppa Italia.
Eppure, di fronte a questo stillicidio, difficile additare Allegri come responsabile principale del fallimento bianconero.
Procedere in avanti, nel valzer di punti conquistati, sottratti, riconsegnati e poi, nuovamente, sottratti, non sia, propriamente, un gioco da ragazzi.
Vincere sul campo e sapere che nelle aule di tribunale si stiano giocando "partite" in cui vi sia in ballo il futuro del club juventino, non sia facile da metabolizzare.
L'inchiesta sulla cosiddetta, manovra stipendi.
La UEFA che vorrà pronunciarsi, a fine giugno, in merito alla partecipazione della Juventus nelle prossime competizioni europee.
Altri ostacoli da superare per un club, decisamente, in balia delle onde.
In balia delle onde e vittima di uno stillicidio, goccia a goccia, che, gradualmente, abbia minato la compattezza e l'unione d'intenti della squadra.
Sino a giungere alla serata di Empoli.
Un lunedì anomalo.
Sino alle 20:15, Juve seconda in classifica con 69 punti all'attivo.
Dalle 20:15, in poi, Juve settima in classifica a quota 59.
Neanche uomini di ferro sarebbero stati in grado, successivamente, di annichilire l'avversario di turno.
Ed allora, di fronte a questo scenario tetro, precario, in bilico, sia complicato additare Massimiliano Allegri, come responsabile di tutto ciò che non sia andato per il verso giusto.
Certo, dal punto di vista tecnico, tanti aspetti vadano rivisti.
Scelte di giocatori, modulo adottato e idee proposte sul campo.
Idee, molto spesso, apparse superate in questo calcio moderno, eppure, sino alle 20:15 del 22 maggio scorso, nonostante le inchieste giudiziarie e lo tsunami che si consumi fuori dai cancelli della Continassa, vi fosse una Vecchia Signora seconda in classifica, alle spalle del Napoli.
Poi lo stillicidio si è materializzato, giungendo al suo ultimo capitolo.
In attesa di nuovi sviluppi da cui, la Juve, dovrà ripararsi.
Lorenzo Cristallo