“STADIO, ZONA FRANCA”

04.03.2023

Torniamo, costantemente, a porci le solite domande.

O comunque la solita domanda che, più o meno, fa così: "Ma com'è possibile?".

Com'è possibile vietare bandiere, tamburi, striscioni e poi, senza controllo alcuno, consentire a pseudo-tifosi di introdurre, all'interno di uno stadio, fumogeni, petardi o ancor peggio, bombe carta.

Perché di una bomba carta si è trattata.

Intervallo fra primo e secondo tempo di Napoli-Lazio.

Dal settore occupato dai sostenitori biancocelesti, volano, sulla pista di atletica, fumogeni e petardi, per l'appunto.

Un giovanissimo tifoso azzurro, in quegli attimi, decide di allontanare ciò che lui ritenesse un fumogeno.

Allunga la mano per spingere più in là l'oggetto indesiderato, ma ecco che esso esplode.

Trattasi di bomba carta. Bomba carta deflagrata sulla mano di un bambino.

Attivati, prontamente, i soccorsi, il piccolo sostenitore partenopeo è stato ricoverato presso l'Ospedale San Paolo, e in queste ore conosceremo l'esito in merito alle visite approfondite effettuate dall'équipe medica, la quale abbia valutato se il bambino debba essere operato alla mano, oppure se l'intervento verrà scongiurato.

Nel frattempo, il tifoso azzurro è fuori pericolo di vita, ma tanto spavento alle spalle, questo sì.

Tuttavia resti l'annoso problema della violenza.

Violenza perpetrata anche all'interno di uno stadio, in barba a qualsiasi regola, controllo e restrizione.

Bandiere e vessilli colorati vietati. Fumogeni, petardi e bombe carta, introdotti in maniera indisturbata e poi lanciati a raffica nel corso dell'intervallo, e della partita.

Non è una questione di partigianeria, di una tifoseria piuttosto che di un'altra.

La questione riguarda la sicurezza.

La sicurezza di entrare in uno stadio e di uscirci, preferibilmente, vivi.

Senza danni e senza rischi.

Parliamo di una partita di calcio, parliamo di sport, parliamo di un luogo pubblico aperto ai bambini, per l'appunto, e a famiglie.

Non c'è spazio, quindi, per bombe carta o petardi.

Tutto ciò appartiene ad altre dimensioni e ad altre situazioni. Tutto ciò emani l'acre odore della guerriglia. Urbana e non.

Lo sport è spettacolo e lo spettacolo contempli altro.

Chi preposto al controllo inerente l'afflusso e il deflusso del pubblico, dovrà porsi degli interrogativi.

Più di qualcosa sarà sfuggito di mano in fase di accesso allo stadio.

Per il resto un enorme incoraggiamento al bambino colpito dalla bomba carta, con la speranza che non sia necessario intervenire chirurgicamente.

Quanto accaduto, invece, sia da derubricare nel lungo elenco riguardanti le notti oscure, di violenza, notti tetre nel contesto di una gara di calcio.

Ossimoro in bella vista, con il rischio che una giovane vita potesse essere menomata per sempre.

Lorenzo Cristallo

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