“SSSSH, PARLA ALLEGRI”
Uomo simbolo di una Juve feroce.
Sanguinante, ferita, schiaffeggiata ripetutamente, ma in vita.
In vita grazie, anche, al supporto del proprio allenatore.
Un allenatore dai pieni poteri, un allenatore non solo attento alle dinamiche del campo.
Ieri, Max Allegri, è andato oltre.
In quell'acceso battibecco, a distanza, con un tifoso, è andata in scena la versione dell'Allegri scudiero.
Uno scudo per proteggere i suoi calciatori.
Uno scudo per proteggere, in particolar modo, Kean, De Sciglio e Paredes.
Uno scudo per impedire che fischi preventivi, mortifichino la voglia di riscatto e lo spirito di sacrificio di una squadra alle prese con varie rivali.
Quelli sul campo e quelli nelle aule giudiziarie.
Narrazione di una stagione complessa, e inedita, su più fronti.
Ed allora Allegri ruggisce.
Lo fa nella sua maniera. Colorita, variopinta, sfrontata, schietta.
Toscanaccio doc, il Conte Max difende la causa juventina.
La difende da quei tifosi - sparuta minoranza, a suo dire - che si rechino allo Stadium per insultare quei calciatori e quell'allenatore, al fine di rendere ancor più tetra e drammatica una stagione complicata.
Fischi per far sì che la Vecchia Signora percorra una Via Crucis, logorante e stancante.
Ed invece Allegri non ci sta. Abbozza, ma poi esplode.
Viso a viso, a distanza, con quel tifoso.
Un monito, però, per tanti altri.
La Juve non è una barca senza timoniere.
La Juve un timoniere ce l'ha, e si chiama Massimiliano Allegri.
Max per gli amici.
Non di certo per coloro che, ieri, per l'ennesima volta, abbiano fischiato ed insultato a raffica, e a occhi chiusi, una squadra che ha battuto la Fiorentina, per 1-0, inanellando il secondo successo di fila in campionato, issandosi a quota 29, a ridosso del settimo posto.
Sssssh, parla Allegri.
E lo fa con temperamento, sicurezza e personalità.
E' da lui che la Juve debba ripartire.
Cambiando atteggiamento, sfidando tutti a petto in fuori e con orgoglio.
In casa bianconera, esser presi a schiaffi, non è mai piaciuto.
Lorenzo Cristallo