“ SCUSA, A CHI?”

E' divenuta una prassi incomprensibile quella di chiedere scusa.
Scusa ai tifosi, nel momento in cui un calciatore cambi destinazione oppure sia tentato dall'approdare presso un club dal maggior appeal.
Storie riguardanti Milan Skriniar e Sofyan Amrabat.
Il primo, ex capitano dell'Inter, virtualmente nuovo calciatore del Psg.
Dall'1 luglio il trasferimento sarà ufficiale. Prima di allora, però, il giocatore sarà chiamato a dimostrare una spiccata ed inappuntabile professionalità, nel rispetto dei colori che indossi.
Così come il secondo.
Quell'Amrabat, tra i protagonisti inaspettati nell'ultimo Mondiale in Qatar, che nei giorni scorsi sia stato corteggiato, insistentemente, dal Barcellona.
Il marocchino è apparso, sin da subito, attratto ed entusiasta dall'idea di entrare a far parte del club azulgrana, ma, nelle ultime ore di mercato, tutto sia evaporato nel nulla. Al momento.
Tuttavia ciò che stride sia quel dovere, da parte dei giocatori in questione, di chiedere scusa e di dover dare delle spiegazioni ai tifosi.
Gli stessi che, nella loro vita privata, ben accoglierebbero un'offerta di lavoro migliore rispetto all'impiego attuale.
Più soldi per vivere meglio.
Dall'operaio al calciatore plurimilionario.
Il filo conduttore rischi di essere lo stesso.
Ed invece, nel nome di un pallone in cui tutti sappiano bene che le bandiere di un tempo non esistano più, si invochino le scuse, si pretendano le scuse, come a dimostrare che con il calcio non si scherzi, che con le maglie che si indossi non si scherzi.
Tutto così finto. Tutto così inopportuno.
Skriniar e Amrabat non sono neanche lontani parenti di quei Maldini, Totti, Del Piero, Javier Zanetti, giocatori capaci di giurare amore eterno ad una fede, a dei colori, a dei simboli.
Skriniar e Amrabat siano, semplicemente, dei calciatori di passaggio nelle nostra serie A. Probabilmente, nel caso del difensore slovacco, neanche meritevoli della fascia di capitano. Ma tant'è.
Uno - Skriniar - ha già firmato per il blasonato, ricco e appariscente Psg.
L'altro - Amrabat - al momento resta a Firenze, ma a giugno è presumibile che vada via.
Però ci sono le scuse da fare.
Dare spiegazioni personali ai tifosi.
Gente comune che per molto - ma molto - meno, cambierebbe lavoro in cerca di una sistemazione migliore.
Ma l'importante è mostrare i muscoli.
Dimostrare a tutti che il calcio sia roba seria. Roba in cui non sia ammesso il "tradimento".
Paradossi di un teatro in cui la finzione regni sovrana.
Scusa, a chi?.
Lorenzo Cristallo