“REAGIRE PER NON MORIRE”

04.04.2023

E' una partita spartiacque.

Presumibilmente la prima di tre finali.

Juventus, Salernitana e Benfica, per comprendere se Simone Inzaghi, alla guida dell'Inter, abbia, ancora, qualcosa da dire.

Tutti in discussione. Ovviamente anche lui.

Il tecnico piacentino che in poco più di un anno e mezzo, abbia inanellato la conquista di due supercoppe italiane, una Coppa Italia, un secondo posto nello scorso campionato ed un approdo ai quarti di Champions League – in questa edizione -.

Eppure, il clima è da resa dei conti.

Colpa dell'attuale quinto posto in serie A, delle 10 sconfitte subite dopo 28 giornate, dei 3 ko di fila, dei 4 tonfi, in campionato, nelle ultime 5 partite disputate.

E poi gli zero gol siglati fra Juventus e Fiorentina, ed un problema di tenuta, oramai, assai evidente.

Le critiche all'allenatore, da parte della Curva Nord e della stampa, per via di quel 3-5-2 ortodosso, di una manovra stucchevole, di scelte in corsa, assai, prevedibili.

Ed infine un attacco che fatichi, maledettamente, a far gol.

Lautaro, pare, eclissatosi, Dzeko senta su di sé il peso degli anni che avanzino, mentre Lukaku, il miglior Lukaku, lo si sia ammirato solamente qualche giorno fa, in occasione dei 4 gol rifilati a Svezia e Germania, ma con addosso la maglia dei Diavoli Rossi del Belgio.

Per il resto fischi, malumori ed un toto-panchina poco rassicurante per Simone Inzaghi.

Dovesse fallire, nuovamente, stasera, con la Juve, in occasione del match d'andata delle semifinali di Coppa Italia, per poi non convincere con la Salernitana, in campionato, e crollare al cospetto del Benfica, nell'andata dei quarti di Champions, la dirigenza interista stia valutando un cambio in corsa, con la promozione di Cristian Chivu, dalla Primavera alla prima squadra.

Per il prossimo anno si vedrà.

Si parla di De Zerbi, Thiago Motta e perché no, anche di Antonio Conte, ovvero l'ultimo allenatore in grado di conquistare lo scudetto e di mandare in visibilio la metà nerazzurra di Milano.

Nel frattempo, stasera, in casa Beneamata, la parola d'ordine è risorgere.

Inzaghi modificherà l'undici titolare, e proverà a far leva sull'orgoglio ferito di una squadra, apparentemente, in caduta libera.

In questo caso, si sa, basti una scintilla per risvegliare ardore, passione e convinzione nei propri mezzi.

Ma occorrerà farlo in fretta, a partire da stasera, all'Allianz Stadium, tentando di fare lo sgambetto ad una Vecchia Signora che, in campionato, abbia inflitto due sconfitte, su altrettante sfide disputate, al cospetto dei nerazzurri.

Svegliarsi, quindi, per evitare di entrare in uno stato comatoso.

Reagire, dunque.

Reagire per non morire, per non far calare il sipario sull'avventura di Simone Inzaghi alla guida di un'Inter, ad oggi, in ginocchio e smarrita.

Lorenzo Cristallo

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