“RABBIA (A)SOCIALE”

Quando la cronaca sportiva travalica il consentito.
Quando legittime disamine su scelte professionali, o su determinate dichiarazioni, diano, poi, il la, ad un'escalation di violenza esasperata.
Striscioni deprecabili nei confronti di Nicolò Zaniolo, così come le minacce di morte ricevute nella serata di domenica, da parte di un gruppo di ultras giallorossi.
E poi il proiettile recapitato a Massimo Ferrero e ad Edoardo Garrone, quest'ultimo ex Presidente della Sampdoria, a margine di una situazione societaria, del club blucerchiato, alquanto difficile e dall'orizzonte fosco.
Ed infine le offese via social nei riguardi di Domenico Berardi e sua moglie, al termine del 2-5 con cui il Sassuolo ha steso il Milan campione d'Italia in carica.
Insomma, offese, insulti, minacce gravi, proiettili all'interno di una busta ed haters al comando: lo specchio di un Paese violento e alla deriva.
Alla deriva sociale, comportamentale e culturale.
Un Paese che non sappia più discutere, ma solo imporsi.
Imporsi con le maniere forti, per nulla avvezzo al dialogo e alla comprensione.
Ingiurie come pane quotidiano.
Violenza fisica e verbale per sostenere il proprio credo.
Italia miope e cieca di fronte al bisogno di una cultura diversa, ad una concezione inclusiva ed intelligente dello sport.
Ed invece si chiude un mese di gennaio orribile, che lasci presagire un 2023 difficile, in cui calcio e cronaca nera rischino di intersecarsi troppo spesso.
La discussione è legittima, le opinioni contrastanti, ma nel rispetto dei ruoli, rappresentino il sale del dialogo pacifico.
Ma guai a travalicare determinati steccati.
Gli steccati del consentito, del corretto, della critica che serva per fare chiarezza.
Ed invece si utilizzano le maniere forti, i modi terrorizzanti, per difendere il proprio pensiero, o, forse, ancor peggio, il proprio mantra. Quello che mai vada messo in discussione.
E così ci allontaniamo dal calcio.
Uno sport, in Italia, con sempre meno soldi e meno attrattiva.
Zaniolo - nonostante tutti gli interrogativi che possano sorgere in merito alla sua querelle di mercato - costretto a raggiungere i suoi familiari a La Spezia, abbandonando la Capitale.
Clima da guerra fredda attorno alla Sampdoria, mentre Domenico Berardi sia vittima dell'ennesimo attacco, osceno, via web, dopo un'ottima prestazione al cospetto del Milan.
Istantanee di un Paese che stancamente proceda in avanti.
Paese arrabbiato, nevrotico, violento e senza una meta.
Il quadro peggiore, al fine di augurarsi che attraverso lo sport - e in questo caso il calcio - la nostra società possa riscattarsi dalle angosce della quotidianità.
Lorenzo Cristallo