“QUI MAX”

Resterà lì, al timone della Juventus.
Forse agevolato dai due anni di contratto, forse agevolato dal lauto ingaggio percepito, ma sta di fatto che Massimiliano Allegri, molto difficilmente, abbandonerà il timone della squadra bianconera.
Una stagione complicata, turbolenta, folkloristica, alle spalle.
Una di quelle annate che assorbano energie a profusione.
Le vicende extracampo, le penalizzazioni inflitte, i veleni, le polemiche, il clima destabilizzante.
I mancati risultati, specie in Europa, eppure un terzo posto virtuale, in classifica.
Ebbene sì, perché un Max Allegri, stanco e provato, dalla pancia della Dacia Arena di Udine, rivendica il piazzamento ottenuto in campionato, al netto dei 10 punti di penalizzazione.
Rivendica il lavoro svolto, rivendica l'impegno dei suoi ragazzi, ringrazia tutti coloro che gli siano stati accanto.
Non un cenno particolare, però, sulla dirigenza.
Ed allora, ecco che le voci di un possibile divorzio inizino a prendere il sopravvento.
Acqua sul fuoco, però. Acqua sul fuoco, immediatamente gettata.
Il calcio è fluido e gli scenari futuri, molto spesso, non siano ipotizzabili, però, appaia molto, molto difficile, immaginare Allegri lontano dalla Juventus.
E' con lui, quasi certamente, che fra qualche giorno si siederanno attorno ad un tavolo al fine di effettuare la programmazione futura.
Con Allegri e con colui che sarà il nuovo direttore sportivo.
Figura cruciale per tratteggiare e delineare la Juve che verrà.
Una Juve che dovrà tornare a competere per lo scudetto.
Una Juve che dovrà fare a meno di quei calciatori dal nome, Di Maria, Paredes, Rabiot, Vlahovic, giocatori che abbiano deluso oppure in cerca di ingaggi altisonanti.
Una Juve che dovrà fare leva sulla linea verde.
Su quei Fagioli, Miretti, Iling-Junior, Soulé, su cui Allegri abbia, già, dimostrato di voler puntare.
Per poi conoscere il proprio destino in Europa.
I bianconeri disputeranno la prossima Conference League?.
Oppure è all'orizzonte uno tsunami, ad opera della UEFA?.
Tutto questo, in uno scenario in cui gli interrogativi fatichino a farsi da parte.
Mentre in panchina resti lui.
Massimiliano Allegri.
Criticato, contestato, osservato con occhio sinistro da una fetta nutrita di stampa e sostenitori juventini, ma uomo cardine da cui ripartire, per provare a tornare la Juve di un tempo.
La Juve di un tempo, attraverso una rinnovata filosofia e con la rabbia di chi abbia trascorso una stagione a superare ostacoli provenienti da ogni fronte.
Lorenzo Cristallo