“PROVE DI ALLUNGO”

Napoli-Juve non necessita di presentazioni particolari, eppure per il Napoli rischi di essere il primo esame che conduca dritti, dritti, verso la laurea.
Una laurea tricolore.
Una laurea dal nome scudetto.
Guai a dichiararlo apertamente, ma nessuno può più nascondersi dalle parti del Vesuvio.
Non si cela dietro un dito, Spalletti, e non possono celarsi gli artefici di una cavalcata azzurra.
Partenopei saldamente in testa alla classifica, partenopei a quota 44, a +7 dal duo Juventus e Milan.
Partenopei dall'attacco più prolifico del torneo con ben 39 reti a referto, dal capocannoniere principe, ossia Osimhen, con 10 reti realizzate e dai 14 successi su 17 gare disputate.
Cifre di un percorso che ha conosciuto un solo intoppo, vale a dire quello di mercoledì scorso in casa dell'Inter.
Sconfitta e ferita prontamente rimarginate nel pomeriggio di Marassi, in cui dal cielo piangevano lacrime di commozione per Gianluca Vialli e Sinisa Mihajlovic, mentre sul rettangolo verde, Osimhen ed Elmas regolavano la truppa blucerchiata.
E fra due giorni il big match con la Juventus.
Bianconeri dalla difesa di ferro, dai 756 minuti di imbattibilità e dalle otto vittorie consecutive.
Insomma, gli ingredienti per essere un test probante ci siano tutti.
Gli azzurri però, in caso di successo, solcherebbero un divario difficilmente colmabile con tutto il resto delle concorrenti per il titolo.
Sarebbe più di una mano sul tricolore.
Sarebbe l'apoteosi materializzatasi a metà gennaio, in una Napoli riscaldata dal calore di una passione indomita.
Il sogno proibito che inizia a prendere forma.
La parolina magica, mai sussurrata ma sempre pensata.
Rinverdire i fasti del 1990, fasti che riconducano a Maradona, nell'inverno del trionfo Mondiale della Seleccion.
Corsi e ricorsi storici in cui Napoli voglia esserci.
Con la sua passione, con la sua storia, con la sua tradizione, fra sacro e profano, fra fantasia e scaramanzia.
A due giorni dal confronto diretto con la rivale di sempre.
Con la squadra che incarna il potere del Nord, opposta alla voglia di rivalsa del Mezzogiorno.
Non sarà un mezzogiorno di fuoco, ma una serata d'alta nobiltà.
La nobiltà del nostro campionato, con un sogno nel cuore.
Quel sogno azzurro, costruito, immaginato, cementato nei mesi.
Un percorso da urlo, con la convinzione che il "crescendo rossiniano " non sia giunto alle ultime battute dello spartito.
A metà gennaio, in una Napoli che trattiene il fiato, snocciolando, a memoria, i numeri di un'accelerazione fatale.
Lorenzo Cristallo