“POLVERE SOTTO AL TAPPETO”

La vicenda è di quelle da maneggiare con cura.
Sbattere il mostro in prima pagina rischi di essere un attimo.
Però se le accuse dovessero essere, ulteriormente, confermate, tacere non si po'.
Ripulire la società, spalancare le finestre su ogni forma di violenza è un diritto. Un dovere nel nome del rispetto e delle leggi.
Manolo Portanova è un calciatore.
Giocatore cresciuto nelle giovanili della Lazio e della Juventus, ed ora in forza al Genoa.
Secondo i fatti ricostruiti dalla Magistratura, a seguito di una denuncia, nella notte fra il 30 e il 31 maggio 2021, Portanova era presente, durante una festa, in un appartamento nel centro storico di Siena, con una ragazza.
Ragazza sin qui, consenziente, del rapporto che avrebbe intrattenuto, da lì a poco, con il giocatore rossoblù.
Consenziente, sino a quando, stando ai racconti della giovane donna, non si ritrovi altri tre uomini davanti a sé, tra cui lo zio di Manolo Portanova.
E' qui che si consuma il reato contestato al calciatore, e agli altri tre soggetti, vale a dire violenza sessuale di gruppo.
La ragazza, al termine di ciò che si sia consumato all'interno di quell'appartamento, nella città senese, si reca in ospedale, dove le vengono riscontrate delle ferite.
Lesioni fisiche e psicologiche.
E' qui che scatta la denuncia nei confronti del calciatore genoano e delle altre tre persone coinvolte.
Manolo Portanova e lo zio, attraverso i rispettivi legali, optano per il rito abbreviato e nella giornata di ieri, il Tribunale di Siena emette la sentenza di primo grado, condannando il calciatore a 6 anni di reclusione, oltre ad alcuni risarcimenti pecuniari, della somma di 100.000 euro per la ragazza, 20.000 euro per la madre e 10.000 euro per l'Associazione Donna chiama Donna, costituitasi parte civile nel processo.
Il legale del centrocampista rossoblù ha affermato che ricorrerà in appello, mentre rischi, seriamente, di calare il sipario sulla carriera di questo giocatore, nonché figlio d'arte, essendo suo padre, Daniele Portanova, ex difensore, fra le altre, di Siena, Bologna e Genoa.
Evitando processi sommari, in quanto vi sia il Tribunale preposto ad emettere la giusta sentenza, lo scenario che abbiamo davanti, così descritto, è di uno squallore inaudito.
Il gioco perverso di un calciatore giovane e ricco che scambia un rapporto amoroso per uno spettrale spettacolo osceno.
Se le accuse dovessero essere, ulteriormente, confermate, saremmo al cospetto dell'ennesimo schiaffo rivolto ad una donna.
Ad una ragazza universitaria che nella notte, fra il 30 e il 31 maggio 2021, si sia ritrovata in una situazione bieca, oscura, molto più grande di lei.
E' uno scenario triste, tetro. Il vuoto dell'anima di determinati personaggi, anche piuttosto noti, nel nome di quell'onnipotenza dettata dalla fama, dal successo e dal denaro.
Lo sprezzo nei confronti del corpo di una ragazza.
Una violenza di gruppo, consumatasi nel cuore della notte, con la strafottenza e lo schifo con cui, in molti, sappiano bene come destreggiarsi.
Sentirsi offesi e lacerati nell'anima è quanto di più umano possa esserci.
Tendere la mano a questa ragazza sia il minimo che chiunque di noi possa fare.
Una ragazza che potrebbe essere una nostra sorella, una nostra amica, una nostra giovane donna della porta accanto.
Che forse immaginava altro. Che forse desiderava altro, e non una corsa in ospedale, in una notte di fine maggio, coinvolta in un teatrino hot e osceno.
Violento.
Sarà la Magistratura a disporre del futuro dei personaggi coinvolti e di Manolo Portanova.
Nel frattempo un'altra storia di cronaca si consuma nel guazzabuglio dei giorni nostri.
Giorni aridi, freddi, sprezzanti.
In cui, molto spesso, un ruolo sociale, una fama riconosciuta, un successo mal gestito, rappresentino la chiave per umiliare, soverchiare e calpestare il corpo e l'anima di una ragazza, in questo caso ignara di ciò che sarebbe successo.
A Siena, nel centro storico della città, la notte fra il 30 e il 31 maggio 2021.
Lorenzo Cristallo