“PANEM ET CIRCENSES”

Dai diamanti non nascerà nulla.
Sentenza tutt'altro che frettolosa.
Sentenza basata su quanto già visto in Qatar.
Stadi avveniristici ma Paese alle prese con forti, e persistenti, dissidi.
Diritti civili calpestati e nessuna tradizione con il football.
Cattedrali nel deserto, smarrite nel dicembre del 2022.
Ora è l'Arabia Saudita a far parlare di sé.
Una coscienza da ripulire attraverso il calcio.
Campioni da conquistare a suon di petroldollari per avanzare, e sostenere, la propria candidatura al Mondiale del 2030 o del 2034.
Cristiano Ronaldo, Benzema, Kanté e Koulibaly, le stelle approdate fra le braccia degli sceicchi.
A loro si siano aggiunti Marcelo Brozovic e Sergej Milinkovic-Savic, i quali hanno salutato la nostra serie A, e più in generale l'Europa, per accasarsi nel dorato mondo della Saudi Pro League.
Su Milinkovic-Savic, poi, sia evidente come a soli 28 anni, qualsiasi ambizione e velleità di carriera sia stata deposta, per lasciar spazio ad un conto in banca che accoglierà 30 milioni di euro a stagione.
Ad onor del vero ci siano stati anche dei clamorosi rifiuti nell'atterrare in Arabia: da Allegri a Mourinho, passando per Gattuso e finanche Messi.
Tuttavia è l'Arabia Saudita il Paese che sgomita in questa sessione di calciomercato estiva.
Golfo Arabo intenzionato a spodestare la Premier League e i maggiori campionati del Vecchio Continente, provando a far razzia anche nella nostra serie A.
Qualcuno, sul viale del tramonto, ha detto "sì", qualcun altro si è garantito il futuro suo e di altre quattro generazioni, altri, invece, vorranno ancora misurarsi con la Champions e con altre competizioni ben più reali della Saudi Pro League.
Nel frattempo, cifre astronomiche si accavallano di giorno in giorno, facendo sì che fra una trattativa e l'altra, ci sia sempre l'ombra dell'Arabia all'orizzonte.
Un'Arabia Saudita assetata di fama e di notorietà.
Competere con l'Europa, dimostrando al mondo, che nel deserto stia nascendo un calcio attrattivo, meta desiderata da campioni, o ex campioni, dal palmares saturo.
Tuttavia, quanta malinconia nell'assistere a tutto ciò.
Ad un mondo in cui a prevalere siano la forza economica, la potenza economica, petroldollari sbattuti sul tavolo con la certezza che tutto si possa comperare.
Comperare.
Tutto, forse anche le prestazioni dei migliori giocatori al mondo, ma non di certo la passione e l'intelligenza di chi ami il calcio, di chi sia cresciuto a pane e calcio e sia certo, anzi, sicuro, che da quelle parti nulla nascerà, se non un teatrino avveniristico che possa convincere la FIFA, anche in quel caso, a suon di soldi, a far proprio uno dei Mondiali che verranno.
Uno spaccato naif e greve, mascherato dal kefiah.
Lorenzo Cristallo