“PALLOTTOLIERE”

E' tornata l'Atalanta dal pallottoliere in mano.
Quella dai gol a valanga, dalle vittorie debordanti.
Atalanta inarrestabile, e la Juventus è avvisata.
Sì, proprio la Juve. L'avversaria della Dea, domenica sera, in una sfida dal profumo di qualificazione per la prossima Champions.
Bianconeri avanti di 3 lunghezze sugli orobici, ma orobici galvanizzati dagli ultimi roboanti risultati.
Come se non bastasse il sonoro e perentorio 8-2 rifilato alla Salernitana, la truppa di Gasperini, nel pomeriggio blandamente innevato di ieri, surclassa lo Spezia per 5-2, garantendosi l'accesso ai quarti di finale di Coppa Italia, in cui se la vedrà con l'Inter.
Atalanta inarrestabile.
A segno Lookman - doppietta contro i campani e doppietta al cospetto degli spezzini -, Hateboer, Hojlund ed infine autogol di Ampadu su tocco morbido di Hojlund, stampatosi sulla base del palo.
Hojlund, per l'appunto.
Entrato nel corso della ripresa, il giovane attaccante danese realizza una rete da urlo, al 72', abbattendo la porta difesa da Zovko, per poi propiziare il gol del definitivo 5-2.
E poi Lookman, dicevamo. L'anglo-nigeriano è già a quota 11 gol in stagione: 9 in campionato e 2 in Coppa Italia. Esempio tangibile dell'ottimo lavoro di scouting effettuato dalla dirigenza nerazzurra.
Ed infine Scalvini, baby boom del calcio italiano.
Il classe 2003 non solo dirige con affidabilità la retroguardia orobica, ma dà il via alla valanga di gol, prolungando, di testa, la palla con cui Lookman spezzerà l'equilibrio.
Ed insomma, 13 reti in due partite.
Gewiss Stadium che torna, nuovamente, fortino inviolabile, in cui le squadre avversarie soccombano a suon di gol.
E pensare che lo Spezia, nonostante i cambi di formazione, non fosse giunto a Bergamo per indossare gli abiti da sparring partner.
Sotto di due gol, accorcia le distanze con Ekdal, per poi chiudere il primo tempo, sotto di un gol, per 3-2.
Nella ripresa, invece, dilaga la Dea, che non lascia scampo alla squadra allenata da Luca Gotti.
Testa, ora, al campionato, e ad un piazzamento Champions da raggiungere a fine stagione.
Bergamo non sa stare fuori dalle coppe, e né, tantomeno, fuori dalla Champions League.
La banda del Gasp è tornata a ruggire e a far male.
Implacabile sottoporta, affrontare gli orobici è simile ad un appuntamento dal dentista: dolorosissimo.
Valanghe di reti, quindi, e pallottoliere. L'Atalanta del nuovo anno si è presentata così: affamata e dalle vecchie e care abitudini.
Lorenzo Cristallo