“PALLA AL CENTRO”

17.08.2023

Ancora due giorni d'attesa e si solleverà il sipario sul campionato di serie A.

Da una parte, le ambizioni, le aspirazioni, i sogni dei club intenti a perseguire i propri obiettivi.

Dall'altra, però, il calcio italiano è costretto a fare i conti con il terremoto avvenuto in Nazionale.

Le dimissioni rassegnate da Roberto Mancini, il Presidente della FIGC, Gravina, che vede in Spalletti e Conte, i suoi possibili successori, e poi il muro eretto da Aurelio De Laurentiis per far sì che il tecnico di Certaldo approdi sulla panchina azzurra.

Insomma, rompicapo di metà agosto, con il fischio d'inizio, oramai, all'orizzonte.

Di tutto questo, e molto altro, parleremo, quest'oggi, nella rubrica, PALLA AL CENTRO, con la blogger romana, Marzia Luchetta.

-Ciao Marzia. Scossone azzurro. Mancini rassegna le dimissioni, De Laurentiis fa muro in merito al passaggio di Spalletti alla guida della Nazionale, mentre l'ipotesi Conte è all'orizzonte. Che idea hai in riferimento a tale tsunami improvviso?.

Ad onor del vero auspicavo il cambio in panchina in Nazionale. Di recente non ho particolarmente gradito alcune idee tattiche di Mancini e né tantomeno alcune convocazioni effettuate. Luciano Spalletti è un grande allenatore. Abile motivatore, saprà dare la giusta impronta al gruppo azzurro. Ovviamente vi è la querelle sulla clausola inserita nel precedente contratto con il Napoli, che stia frenando l'accelerata verso la fumata bianca. Per quanto riguarda Antonio Conte, anche il tecnico salentino è un allenatore dal profilo internazionale. Nel caso, in cui, si dovesse optare per quest'ultimo, sarebbe, comunque, una decisione di primissimo piano.

-Marko Arnautovic torna all'Inter, 13 anni dopo la sua esperienza in maglia nerazzurra. Credi che il suo, sia il profilo migliore per fare la voce grossa sia in Italia che in Europa?. Oppure ti aspettavi un colpo dal diverso appeal?.

Mi aspettavo un altro tipo di attaccante presso la corte di Simone Inzaghi. Più giovane e meno fragile dal punto di vista muscolare. Poi, magari, in campionato risulterà decisivo, e probabilmente molto meno in Champions League. Tuttavia sarà il campo a decretare se la dirigenza della Beneamata abbia fatto bene a puntare su di lui per rafforzare il reparto d'attacco.

-Leandro Paredes e Renato Sanches al capezzale di Josè Mourinho, entrambi reduci da una stagione per nulla brillante, dal punto di vista personale. Ed allora, come giudichi questa doppia operazione di mercato effettuata dal club giallorosso, in sinergia con il Paris Saint-Germain?.

Anche in questo caso vale il medesimo discorso effettuato per Marko Arnautovic. Renato Sanches è reduce da infortuni piuttosto gravi, seppur le sue qualità siano indiscutibili. Paredes, sulla stessa lunghezza d'onda, proviene da un'annata nella Juventus, decisamente deludente. Un titolo di campione del mondo alle spalle, ma in maglia bianconera non ha mai inciso. Più che certezze, parlerei di scommesse. Scommesse presso la corte di Mourinho. Personalmente avrei preferito giocatori dal pedigree meno blasonato, ma affidabili dal punto di vista fisico.

-Siamo a due giorni dall'inizio del campionato. Dovessi stilare una griglia di partenza per quanto riguarda i primi quattro posti, su quali squadre punteresti?.

Prevedo un campionato molto equilibrato. Tuttavia se dovessi sbilanciarmi nello stilare una griglia, inserirei il Napoli campione d'Italia e le due milanesi. Il Milan si è rafforzato in estate, evidenziando una spiccata operatività sul mercato. L'Inter può vantare un centrocampo da urlo. Non sottovaluterei, poi, la Juventus, la quale, senza coppe europee, potrebbe rappresentare un'insidia in serie A. Per quanto concerne le romane, la Lazio pur con una partenza al diesel sul mercato, da qualche settimana ha accelerato, ed ora è vicinissima dall'abbracciare il portiere francese, campione del mondo nel 2018, Lloris. Anche la Roma ha lavorato con acume, ponendo come obiettivo quello di entrare nel novero delle prime 4 in classifica. Ed infine non snobberei l'Atalanta. La formazione allenata da Gian Piero Gasperini è oramai una certezza, oltre che un osso duro da affrontare per qualsiasi rivale.

Lorenzo Cristallo

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