“O ROMA O MORTE”

Non è Giuseppe Garibaldi a parlare, ma più prosaicamente Roma intesa come squadra di calcio.
La Roma giallorossa che conta le ore, in attesa della sfida di domani sera.
Ore 21, Olimpico debordante, e Salisburgo da sbattere via dall'Europa League.
Missione alla portata, ma non semplice, al cospetto dei campioni d'Austria, che possono far leva sull'esiguo vantaggio, di 1-0, maturato nel match d'andata.
Fu Capaldo, giovedì scorso, ad indirizzare l'ago della bilancia dalla parte degli austriaci, nel contesto di una gara ben interpretata dalla Lupa.
Giallorossi più volte pericolosi, ma incapaci di incidere.
Un palo, una traversa e qualche chance di troppo gettata alle ortiche, sino alla beffa, materializzatasi, sul finale, firmata, come detto, Capaldo.
Ed allora, l'Olimpico, tinto di giallorosso, sarà chiamato a ruggire.
A ruggire e a spingere, oltre ogni misura, i propri beniamini, per far sì che l'avventura europea della Roma non termini qui, nel playoff per accedere agli ottavi di Europa League.
Per evitare che questa possa essere la stagione delle incomprensioni, delle premesse disilluse.
Per impedire che il trionfo in Conference non assuma, già da adesso, tinte in bianco e nero.
Mourinho ritrova Lorenzo Pellegrini, molto probabilmente Tammy Abraham, nonostante il colpo, fortuito, alla palpebra, rimediato domenica scorsa, mentre la presenza, o meno, di Paulo Dybala, verrà stabilita, quest'oggi, al termine dell'allenamento pomeridiano.
Passare il turno, quindi, per poi gettare lo sguardo sul campionato, provando a restare ben ancorati ad una delle prime quattro posizioni.
Scacciando via i venti di crisi, le parole non dette dallo Special One, le voci di un possibile divorzio in estate, ed un'uscita di scena dalla Coppa Italia che qualche scoria abbia, pur sempre, lasciato in eredità.
Il tecnico portoghese punta il dito sulla qualità della rosa, sullo spessore della rosa, ma contro il Salisburgo conterà, solo, vincere.
Vincere per ribaltare il ko dell'andata, vincere per fare in modo che leccarsi le ferite non diventi esercizio di stile in casa giallorossa.
La presenza di Dybala sarà fondamentale, altrimenti bisognerà agire, facendo di necessità, virtù.
Gettare il cuore oltre l'ostacolo, mettere in vetrina qualità di gioco ed un cinismo sottoporta, sin qui, non sempre pervenuti.
Saranno questi, gli unici ingredienti per impedire che si materializzi, nella Capitale, un giovedì nero.
Poi si vedrà.
Poi si vedrà quali connotati assumerà il futuro, se Mourinho resterà, e quali ambizioni cullerà la famiglia Friedkin.
Ma solo dopo. Solo dopo la sfida-verità con il Salisburgo.
Lorenzo Cristallo