“NON HANNO UCCISO L’UOMO CRAGNO”

La voglia è tanta. Il desiderio è impellente.
Cancellare la stagione in Brianza per risorgere in Emilia.
D'altronde Alessio Cragno sappia bene come combattere.
Combattere contro sciocchi pregiudizi.
Combattere per ritagliarsi un ruolo centrale fra i pali.
Dopo 5 stagioni nel Cagliari e il flirt con la Nazionale azzurra, nella scorsa estate il trasferimento nel Monza, neo promosso in A.
Tutto lasciava presagire che sarebbe stato lui, il portiere titolare dei biancorossi.
Ed invece né con Stroppa e né con Palladino, Cragno riesce a spodestare Di Gregorio.
All'attivo appena una presenza in campionato, e neanche convincente contro la Salernitana, e 3 in Coppa Italia.
Nelle scorse settimane, quindi, l'operazione con il Sassuolo.
Alessio Cragno passa tra le fila dei neroverdi emiliani, attraverso la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto.
Nelle gerarchie, alle spalle di Consigli, eppure, stavolta, la sensazione è che il sorpasso possa essere possibile.
D'altronde, come detto, Cragno non abbia nessun timore di combattere per conquistarsi un posto al sole.
Non ha nascosto quella balbuzie che, per molti, possa rappresentare un valido motivo per ritrarsi nell'ombra.
E non ha nascosto, ora, il desiderio di riconquistare la fiducia attorno a sé.
Come farlo?. Semplice.
Riconquistare fiducia, giocando, difendendo i pali, ripagando la fiducia di Alessio Dionisi e dei dirigenti del Sassuolo.
Non hanno ucciso l'uomo Cragno, bensì, quella di Monza, sia stata l'ennesima esperienza della sua carriera, in cui cadere e rialzarsi per poi sfidare il destino.
Lorenzo Cristallo