“NON E’ LA COPPA ITALIA”

C'è una Cremonese di coppa ed una di campionato.
Quella di coppa fa parlare di sé, dopo l'approdo in semifinale a distanza di 36 anni dall'ultima volta.
Cremonese che estromette Ternana, Modena, ma soprattutto - udite, udite - Napoli e Roma, entrambe affrontate in trasferta.
Ancora vive le immagini di un mercoledì - quello scorso - in cui i grigiorossi espugnino l'Olimpico, gettando nello sconforto Mourinho e la sua truppa, quest'ultimi consapevoli - forse, troppo - di poter avanzare con facilità.
E poi c'è la Cremonese di campionato.
Quella che dopo 21 giornate non abbia, ancora, vinto.
Quella dagli appena 8 pareggi e dalle 13 sconfitte.
La Cremonese dal penultimo attacco - con 15 gol a referto - e dalla difesa più trafitta - con 37 reti sul groppone -.
Anche ieri un ko, stavolta con il Lecce, nel contesto di uno Zini, gradualmente, ammutolitosi.
Stavolta la sconfitta è pesante, forse deleteria.
Dopo un primo tempo in cui nessuna delle due squadre abbia impresso particolare vivacità, nella ripresa salgono in cattedra i salentini, che nel giro di 11 minuti ( dal 58' al 69'), schiantano i padroni di casa attraverso una zuccata, irresistibile, di Baschirotto - al suo terzo centro in campionato - ed una magia di Strefezza - al gol numero 7 -.
Per il resto, scarsa reazione da parte dei lombardi, mentre i giallorossi flirtano con il tris, con Banda, ottimamente murato da Carnesecchi.
Questa sconfitta rischi di pregiudicare, e non poco, il cammino della Cremonese in serie A.
La truppa di Ballardini resta impelagata all'ultimo posto con 8 punti all'attivo, distante 10 lunghezze dallo Spezia quartultimo.
Per il Lecce, invece, solo applausi.
Dopo 4 turni senza vittorie, la squadra guidata da Marco Baroni si impone, con merito e autorevolezza, allo Zini, sfoderano l'atteggiamento propositivo ed offensivo che, sin qui, le abbia permesso di ricevere elogi ed apprezzamenti dalla critica.
Salentini che balzano a quota 23, a braccetto con Sassuolo e Juventus, potendosi guardare le spalle con notevole sicurezza.
Note di merito per tutti, ma in particolar modo per gli artefici di questo successo.
Per quel Federico Baschirotto: umiltà, spirito di sacrificio e fisico da granatiere al servizio dei pugliesi.
Ed infine per quel Gabriel Strefezza: brasiliano dal piede vellutato, da molti paragonato alla Joya, Dybala.
Il Lecce,quindi, torna a casa con un carico di autostima.
La Cremonese, invece, si lecca le ferite, immersa in un'inusuale dicotomia fra le notti di Coppa Italia e gli amari pomeriggi di campionato.
Lorenzo Cristallo