“NEL NOME DI GIANLUCA VIALLI”

Chissà che atmosfera si respirerà, quest'oggi, prima, durante e dopo Juventus-Udinese.
Una sfida in bianconero, ma dalla valenza particolare, e speciale, per la Vecchia Signora.
All'indomani della scomparsa di Gianluca Vialli, tutto, attorno, parlerà di lui.
Dalle immagini emozionali che verranno proiettate sul maxischermo, al minuto di silenzio. Passando per gli aneddoti, le imprese, le prodezze, che i tifosi si racconteranno, aprendo l'archivio della propria memoria.
Una memoria che riconduce ai primi anni '90.
Gli inizi con il Trap, qualche infortunio di troppo, poi l'esplosione con l'avvento di Marcello Lippi.
Lo scudetto vinto nel 1995, a distanza di 10 anni dall'ultima volta.
La Coppa Italia, la Supercoppa Italiana ed infine la Champions.
La notte romana del 22 maggio 1996.
Luca Vialli, l'ultimo capitano bianconero a sollevare al cielo la coppa più prestigiosa per club.
Gol da incorniciare, rovesciate da applaudire e l'affetto sconfinato dei suoi tifosi, rafforzatosi, ulteriormente, nel corso degli anni.
E ancor di più negli ultimi anni. Anni di lotta e coraggio. Anni di resilienza e saggezza per affrontare quel compagno di viaggio indesiderato.
Mercoledì scorso, a Cremona, nella sua Cremona che da ieri piange, assorta, la scomparsa del suo figlio prediletto, dal settore occupato dai tifosi bianconeri è apparso uno striscione: "Luca Vialli segna per noi...".
Un ultimo incoraggiamento verso quell'uomo oramai stremato dai dolori del male.
Ieri, nella conferenza stampa di vigilia, Allegri si è alzato in piedi, tributandogli un commosso e profondo minuto di silenzio.
Lo stesso minuto di silenzio che stasera, alle ore 18, farà da cornice ad un'Allianz Stadium che vorrà dedicare un successo al compianto campione.
Al capitano dalle mille battaglie. Al leader, al numero 9 di quella squadra fantastica, capace di issarsi sul tetto più alto d'Europa.
La Juve di Lippi, di un emergente Del Piero, del compagno di reparto, Penna Bianca, Ravanelli, e poi dei gregari Di Livio, Conte, Tacchinardi, Paulo Sousa. La Juve di Deschamps, Ferrara, Vierchowod e Peruzzi.
Insomma, una Juve tenace e rocciosa, capace di andare anche al di là del proprio reale potenziale.
Ed allora, oggi, solo ricordo, commozione e cordoglio, per la scomparsa di un uomo gentile, perbene, saggio, dai valori umani e culturali enormi ed ineguagliabili.
Un personaggio elegante, caparbio, motivatore.
Carismatico e lottatore.
Agguerrito, ma mai arrabbiato con la vita.
Gianluca Vialli.
Tutto attorno parlerà di lui, respirando ad unisono, pensando a lui.
In un sabato di inizio gennaio, nel contesto di una partita in bianconero, per ottenere un trionfo da dedicare a quel campione che, in bianconero, per l'appunto, permise alla gloriosa Vecchia Signora di sentirsi la più Grande fra le Grandi.
Una missione che solo un grande poteva progettare e poi realizzare.
Attraverso la sua meticolosità, attraverso la sua perseveranza.
Gianluca Vialli: il nome e il cognome di un personaggio dello sport e della nostra società, approdato nell'eternità.
Lorenzo Cristallo