“MILANO IL RITORNO”

Milano il giorno prima.
Vigilia caratterizzata dall'attesa, dalla consapevolezza di poter esaudire un sogno.
Ambizione assoluta.
Raggiungere la finale di Champions, per poi confrontarsi con una fra i colossi maggiori del calcio continentale.
Ma nel frattempo c'è un 16 maggio da scoprire.
Un 16 maggio che resterà nella storia e che riscriverà la storia.
Inter-Milan: questo il duello che impreziosirà un martedì sulla bocca di tutti.
Sulla bocca di una Milano che, come al solito, corre a gran velocità, in attesa che arrivi domani.
Di domani sera, quando il Meazza si illuminerà e sarà San Siro diverrà il centro nevralgico del pallone continentale.
Si ripartirà dallo 0-2 a favore dei nerazzurri, maturato mercoledì scorso.
Dzeko e Mkhitaryan ad indirizzare la sfida a favore della Benamata.
Ma né Simone Inzaghi e né Francesco Acerbi – quest'oggi a presenziare la conferenza stampa della vigilia – siano intenti ad abbassare l'attenzione.
Troppo importante conservare tale successo, troppo importante approdare in finale di Champions, 13 anni dopo, per prestare il fianco agli avversari, mostrando debolezze di cui fare a meno.
Dall'altra parte, però, vi è un diavolo che non vorrà, affatto, sollevare bandiera bianca sin da adesso.
Cancellare la debacle di 5 giorni fa è una prerogativa assoluta.
Prerogativa da alimentare grazie al rientro di Rafael Leao. L'uomo più atteso, l'uomo che, a detta di molti, possa essere in grado di spostare l'ago della bilancia.
E poi c'è il ko di La Spezia da dimenticare, e con esso il faccia a faccia con la frangia ultras, ripartendo dal sostegno, mostrato alla squadra, ieri, a mezzogiorno, davanti ai cancelli di Milanello.
In un mezzogiorno di fuoco, a chiare tinte rossonere.
Ed allora, orgoglio e senso di appartenenza.
Voglia di crederci sino in fondo opposta al desiderio di riscatto.
Beneamata e Diavolo, occhi negli occhi.
Quinto confronto della stagione, secondo round in semifinale di Champions League.
Sin qui, tre vittorie interiste ed una Supercoppa Italiana in bacheca, mentre per i rossoneri un solo sorriso, mostrato nel settembre scorso.
Ma domani null'altro conterà.
Domani conterà solo ciò che avverrà domani, per l'appunto.
Senza calcoli, senza tatticismi.
C'è una finale da raggiungere, un doppio vantaggio nerazzurro di cui tener conto – da entrambe le parti -, mentre Milano attende, conta le ore che la separino dal grande evento, conscia che la storia recente del calcio europeo passerà da lì, da un San Siro elegante e illuminato a festa.
Seppur la festa sarà solo per una.
Lorenzo Cristallo