“MILANO EUROPA”

15.03.2023

L'ultima volta fu il 2005. Entrambe le squadre di Milano ai quarti di Champions League.

Un'altra Italia, un altro mondo, e perché no, un altro calcio.

A distanza di 18 anni, Milano di nuovo rappresentata, in Champions, da entrambe le squadre della città.

Milano, unica metropoli del Vecchio Continente con due compagini big, sul palcoscenico più prestigioso d'Europa.

Dici Champions, e Milan e Inter rispondono.

Venerdì, a Nyon, conosceranno l'esito del sorteggio.

Milan e Inter che si affronteranno tra loro, dando vita ad un derby internazionale, ammirato, per l'ultima volta, per l'appunto, nel 2005, oppure duelleranno con altre compagini di elevato livello, tutte con l'obiettivo imprescindibile di percorrere più strada possibile.

I rossoneri giungono fra le migliori 8 d'Europa, dopo aver ben figurato nel girone eliminatorio, per poi essersi sbarazzati del Tottenham di Antonio Conte, mettendo in vetrina un'organizzazione di gioco ed una personalità, alcune volte, venute meno in campionato.

La tradizione e la storia abbracciano il diavolo, diavolo consapevole di non possedere tutte le credenziali al fine di giungere sino ad Istanbul, ma nel frattempo si gode questo traguardo, a 11 anni di distanza dall'ultima volta, continuando ad alimentare una fiamma sempre ardente, e mai affievolitasi, nel dna del Milan.

L'Inter, invece, dopo 12 anni dall'ultimo accesso ai quarti, si coccola una serata intensa. La serata di Oporto. La serata caratterizzata da sacrificio, spiccata fase difensiva, coraggio e muscoli. Ingredienti fondamentali al fine di uscire indenni dalla trappola imbastita dall'ex Sergio Conceicao.

Per una volta, la formazione dei "Dragoes" non è riuscita ad incutere paura ad una compagine italiana, vale a dire a quell'Inter che non sarà spettacolare, che non sarà brillante, che molto spesso appaia balbettante, ma sia in corsa ovunque: in Coppa Italia, in Champions, per l'appunto, e al secondo posto in campionato – cruccio maggiore per il gruppo di Simone Inzaghi -.

Simone Inzaghi: il tecnico finito sotto la lente d'ingrandimento della critica, contestato dai tifosi, per molti meritevole di avere fra le mani la classica valigia del partente, eppure la sua Beneamata, la Beneamata sotto la guida del tecnico piacentino, è lì, nel G8 del miglior calcio europeo.

Ed allora luci a San Siro, e più in generale fari puntati su Milano.

Sulla Milano che sorride e si crogiola sotto i colpi d'autore dei suoi campioni.

Da Giruod a Lautaro, da Leao a Calhanoglu, da Pioli a Simone Inzaghi.

Forse non perfetti, forse non straordinari, ma di sicuro volti ruggenti di una città che può vantare due squadre, le sue due squadre nel novero dei top club d'Europa.

Milano chiama, l'Europa risponde.

Del futuro, ovviamente, non vi è certezza, ma intanto nei quarti di Champions loro ci sono.

Approdate lì, fra mille sofferenze, ma con lo spiccato desiderio di non arretrare, neanche, di un centimetro.

Il rossoneroazzurro che sventola in mezzo a club dai budget altisonanti e dai fuoriclasse inarrivabili.

Lorenzo Cristallo 

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