“MERDE”

Sì, lo ammetto, il titolo è forte.
Qualcuno storcerà il naso, qualcun'altro lo riterrà poco opportuno, ma non credo che ci possano essere altri termini.
Aggettivi sofisticati per descrivere la disumanità.
Penso che "merde" sia l'immagine colorita, ma consona, per tratteggiare lo svilimento che vada in scena, di frequente, sui social.
Nei confronti di personaggi noti e, altresì, meno noti.
Cattiverie gratuite, offese indicibili, violenza verbale, minacce, tutto che corre, frettolosamente, attraverso le reti wi-fi del nostro Paese.
L'ultima vittima?. Theo Hernandez.
Il terzino sinistro del Milan, ieri, ha pubblicato una foto sui suoi canali social, in occasione del primo anno del suo bambino.
Lui e il suo figliolo, stretti in un tenero ed intimo abbraccio.
Un tempo, molti di noi si sarebbero commossi di fronte ad un'immagine del genere.
Un'immagine paterna, affettuosa.
Una di quelle immagini che invitino a porgere gli auguri ai genitori e al piccolo bimbo.
Gesti che appartengono alla mia generazione, e a quella dei miei genitori e dei miei nonni.
Gesti di un'Italia perbene, che apprezzava e mostrava eleganza.
Ed invece, sulla pagina social di Theo Hernandez, sia questo il tenore degli auguri, provenuti da una parte della nostra società.
Quella parte becera, violenta, per l'appunto.
Società che ti etichetta, e per quel motivo dovrai essere, costantemente, bersagliato.
"Tu e a muri tu e iss", "Ti auguro la fine di Vialli", "Tieni le corna lurido pezzo di merda".
Un corollario orribile, che fa seguito a tutto ciò che incarni il lato tetro che circondi il calcio.
Violenza urbana, guerriglia fuori dagli stadi, il razzismo e lo scempio, in prima visione, sulle piattaforme social.
Facebook, Instagram oppure Twitter.
Quando l'avvento e la rivoluzione digitale, vengono scambiate per discarica sociale.
Discarica in cui gettare le proprie rabbie, le proprie frustrazioni.
Il peggio del peggio dei giorni nostri.
Giorni di egoismo, cattiverie, giorni di miseria umana.
E poco importi che le offese, in questo caso, siano giunte da esagitati napoletani, che, in vista della gara di ritorno dei quarti di Champions League, contro il Milan, abbiano pensato bene di aggredire violentemente Theo Hernandez e il suo piccino.
E' accaduto, nel recente passato, a tanti altri.
Da Berardi ad Allegri, passando per Cuadrado, Bonucci, Immobile, e via dicendo.
Il problema non è una questione di colori o di squadre di appartenenza.
Il problema risieda in una parte, anche piuttosto ampia, di società alla deriva.
Svilente, senza prospettive, improponibile e imbarazzante.
Una parte di società che non conosca la vergogna.
Una parte di società che incarni un insulto al genere umano.
Merde.
Lorenzo Cristallo