“MAESTRO DI UN SOGNO”

E' comunque stato artefice di un sogno.
Un sogno materializzatosi lungo l'Adriatico.
Pescara tornata a ruggire, a colorarsi di biancoazzurro, riempiendo lo stadio, solo come quando ci sia lui.
Zdenek Zeman.
L'uomo dei miracoli.
Taciturno, sornione, a passo lento.
Eppure il suo Delfino di chilometri ne ha percorsi, sino a ieri, sino alla serata della beffa.
La serata dell'accelerata, della frenata, del nuovo sorpasso, della caduta.
E poi i rigori, a margine di una sfida di ritorno, con il Foggia, interminabile.
Si qualificano i satanelli per la finale playoff per tornare in B.
La sfida sarà inedita e gustosa.
Saranno Foggia e Lecco a contendersi l'ultimo posto per salire in serie cadetta.
A Pescara, invece, si mastica amaro.
Eppure Zeman, con alle spalle 76 anni per nulla banali, sia riuscito a creare un'atmosfera capace di riscaldare i cuori e di rinverdire le ambizioni.
Non è stata una grande illusione.
Bensì il cammino di una squadra presa fra le mani nel febbraio scorso, condotta al terzo posto in classifica, per poi lanciare il guanto di sfida, via, via, alle compagini che si sia trovato di fronte.
Prima la Virtus Verona, poi la Virtus Entella ed infine la gara da Libro Cuore.
Zdenek contro il suo passato.
Zdenek contro la squadra da cui prese vita Zemanlandia.
2-2 allo Zaccheria, 2-2, ieri, nella città adriatica, poi i calci di rigore.
La stanchezza, la fatica, il sudore, il cuore che batte a mille.
Lui in panchina.
Prima in piedi a scrutare l'orizzonte, come a trovare il pertugio giusto per scardinare una partita rompicapo, ed infine seduto in panchina.
Quasi nascosto, con le telecamere ad indugiare su di lui.
L'errore di Desogus, e sono i rossoneri a festeggiare.
Stringe la mano a Delio Rossi, o forse sarebbe meglio dire, per questioni anagrafiche, Rossi stringe la mano a Zeman, e cala il sipario su questa stagione in riva all'Adriatico.
Zdenek rimarrà, anche nella prossima stagione, alla guida del Pescara?.
Oppure la sua lunga carriera da allenatore si sia conclusa ieri, in un giovedì di giugno capace di accendere e spegnere le speranze, nell'arco di 24 ore?.
L'ansia e l'adrenalina nelle prime luci dell'alba, poi il buio sceso sulla città di Gabriele D'Annunzio, ad un passo dalla mezzanotte.
Nel frattempo il Maestro ha riscritto una nuova sceneggiatura.
Pescara che ha sognato, ha immaginato, ha toccato con mano l'orgoglio, lo spirito di appartenenza, il desiderio di tornare nel calcio che conti.
Grazie a lui.
L'uomo sornione, ingabbiabile, fuori dagli schemi.
Ieri come oggi, ideatore della fantasia e della sregolatezza, sul campo.
Lorenzo Cristallo