“LEONI DELL’ATLANTE E NON SOLO”

09.12.2022

Perché domani potranno scrivere la storia.

La storia del calcio marocchino, la storia del calcio africano, spostando l'epicentro del pallone mondiale sul Continente più martoriato.

Quello sottomesso dalla povertà, dall'avidità dei ricchi. Il Continente violentato, sopraffatto, sfruttato, dimenticato.

Ed allora il calcio assume una funzione sociale rivitalizzante.

Una funzione che possa permettere a tutti di poter sognare in grande.

Così come stia facendo la Nazionale marocchina.

Quella Nazionale rigenerata, dall'agosto scorso, dal c.t. Regragui.

La Nazionale senza particolari stelle, ma da ottimi calciatori capaci di incidere.

Da Ziyech ad Hakimi, passando per il pararigori Bono, e poi Amrabat, capitan Saiss, Mazraoui, giocatori che in carriera qualcosa abbiano vinto, ma di sicuro molto meno di quanto avrebbero, indubbiamente, meritato.

Ma si sa, emergere dal Nord Africa non è roba semplice.

La ghettizzazione è dietro l'angolo.

Ed anche il "fenomeno Marocco", in molti non attendano altro che vederlo sgonfiare, lasciando spazio a Cristiano Ronaldo, o a quel che resti dell'indiscusso fuoriclasse.

Meglio una prima pagina dedicata ai lusitani che al Marocco. Così, alcuni, intendano il calcio.

Quello da riservare solo alle stelle - o presunte tali -.

Eppure dal Maghreb incomincia a soffiare un vento forte.

Un vento massiccio, come l'atteggiamento della Nazionale africana approdata per la prima volta, nella sua storia, ai quarti di un Mondiale.

Nazionale fisica, rocciosa, insormontabile.

Difesa blindata - con appena un gol subito - e varchi invalicabili per gli avversari.

Marocco primo nel girone, davanti a Croazia e Belgio.

Marocco che supera la Spagna agli ottavi, provocando l'esonero dell'oramai ex c.t. Luis Enrique.

Successi che abbiano spinto la comunità marocchina a festeggiare ovunque.

Da New York a Londra, ed anche in Italia, riempiendo le strade di Milano, Torino, Napoli ed anche quelle di Verona, dove si sia consumato l'ennesimo atto di razzismo becero ed insulso, ad opera di alcuni simpatizzanti dell' estrema destra.

Corollari di una Nazionale che non vuole porsi limiti.

E giunti a questo punto, sia comprensibile non porseli.

Un altro step, quello di domani, ore 16, contro il Portogallo, e poi non potrà che essere gloria.

Mal che vada perdere in semifinale, significherebbe contendersi il terzo posto, quello valevole per la medaglia di bronzo.

Comunque un risultato prestigioso per Cheddira e compagni.

Gli eroi di questo Mondiale. Quelli in grado di stoppare le velleità di Nazionali ben più quotate.

Perché i Leoni dell'Atlante non vorranno fare sconti proprio a nessuno, neanche a quel Portogallo alle prese con un separato in casa, il più illustre, quello che di nome fa: Cristiano Ronaldo.

Lorenzo Cristallo

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