“LA FESTA DEL PASSATO”

Lo affermo con franchezza.
La sensazione è che quella di domenica, sia una festa, terribilmente, coniugata al passato.
E' raro festeggiare un tricolore, con occhi e pensieri rivolti già al domani.
E non solo perché, lo scudetto si sia concretizzato il 4 maggio scorso.
E' come se di acqua sotto al ponte ne fosse passata tanta, forse, troppa.
Acqua aggrovigliata da polemiche e dichiarazioni pungenti.
L'addio di Spalletti, confermato prima da Aurelio De Laurentiis e poi dal tecnico stesso.
Quella voglia di staccare la spina, l'anno sabbatico, l'impossibilità di opporsi da parte del Presidente azzurro.
Versioni servite, in pasto, alla stampa e all'opinione pubblica, per trincerare un divorzio caratterizzato da spine.
E poi il casting.
Da settimane, si ripete la sequenza: Luis Enrique-Italiano-Sergio Conceicao-Rafa Benitez, insomma nomi, le cui quotazioni salgano e scendano di ora in ora.
Senza parlare, poi, di Giuntoli, e del suo domani a tinte bianconere, e dell'attuale rosa, fra rinnovi e possibili cessioni.
Kim, Osimhen: sono loro i pezzi pregiati, appetiti sul mercato.
Per quanto concerne, invece, Kvara, suonano sirene di prolungamento di contratto.
Ed allora, in questo marasma generale, sia difficile concentrarsi sulla festa.
Festa che ci sarà e dalle dimensioni mastodontiche.
Hollywood per una notte si trasferirà nella città del Vesuvio, mettendo in vetrina l'anima popolare e fiera di una Napoli che dopo 33 anni torni ad esultare per il titolo più prestigioso in ambito nazionale.
Eppure, nonostante quella coppa, che non attenda altro che essere sollevata, nonostante i canti, i cori, i fuochi pirotecnici, il giro per la città e una diretta televisiva a coprire l'intero evento, tutto questo sembri materiale da coniugare al passato.
Come se da domenica si chiudesse un ciclo.
Una prima fase, per poi aprirne un'altra.
Tutto così in fretta, tutto così veloce.
Come se Napoli si fosse trasformata in una Milano smart.
In questo caso, di sentimenti, di progetti, di idee.
Tutto così veloce e immediato nei ringraziamenti, che quasi, quasi, ci si sia dimenticati che, da quelle parti, uno scudetto fosse atteso da 33 anni.
Quando l'attesa, rischi di non possedere il tanto reclamizzato gusto del piacere.
Lorenzo Cristallo