“L’ONDA DELL’ECCESSO”

16.12.2022

Daniele Adani non è l'Argentina, non è il portavoce di Messi e non incarna, neanche, lo spirito popolare, napoletano, che si accosti ai colori dell'Albiceleste.

Daniele Adani, durante le telecronache del Mondiale, trasmesse in Rai, ha assunto gli abiti di capopopolo della Seleccion. Voce narrante - e urlante - dinnanzi alle gesta di Messi.

Che poi.

Daniele Adani non ha esaltato, in toto, la truppa di Scaloni, ma si è soffermato sulla tecnica, sull'eleganza, sulla magnificenza della Pulce.

La sua passione per il calcio sudamericano è nota a tutti, così come le sue conoscenze in materia che sfiorino la maniacalità.

Ma non notiate un aspetto?.

L'aspetto di chi, dando voce e grida alle sue conoscenze, non ammetterà, mai, il contraddittorio?.

L'aspetto di chi si erga su un piedistallo, facendo del suo Verbo una verità assoluta?.

Il contraddittorio.

Esprimere la propria opinione ed accettare il contraltare.

Insomma, di fronte alle nozioni e alla biografia del Diez, enunciate in diretta tv, le reazioni possono essere due.

Di compiacimento oppure di irritazione.

Ieri, poi, sui social si è diffuso un dibattuto in merito alla decisione assunta dalla Rai di assegnare la telecronaca della finale fra Argentina-Francia, al duo Alberto Rimedio-Antonio Di Gennaro.

Probabilmente decisione assunta alla vigilia dell'avvio del campionato del mondo.

La coppia Bizzotto-Adani, invece, ripiegherà - se così si può dire - sulla finale per il terzo e quarto posto, in programma domani pomeriggio, tra Marocco e Croazia.

Ed allora, domenica nessuna esaltazione eccessiva, nessuna genuflessione al cospetto di Leo Messi.

Leo Messi, intendiamoci bene.

Campione assoluto e non metto in discussione neanche la competenza di Daniele Adani nell'esprimere i suoi giudizi in merito al campione di Rosario.

Però anche meno.

I telespettatori non sono ebeti che abbiano bisogno dell'ex difensore di Fiorentina e Inter per apprezzare, o no, le gesta di un calciatore formidabile.

Però, non si faccia della Tv nazionale un uso privato.

Amare l'Argentina, venerare Messi non è una colpa.

Ostentare, sì.

Si rischino cadute di stile, poca professionalità e obbiettività, oltre che commenti che rimpolpino la marea di "meme" in giro per i social, come il "dribblare cammelli nel deserto".

Tutto bene, tutto simpatico, al primo ascolto.

Poi diventa stucchevole, noioso, ripetitivo.

Messi il Messia, ma anche meno.

Lorenzo Cristallo

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