“L’HA FATTA GROSSO”

02.05.2023

La capacità di sapersi rialzare.

Il feeling con il direttore sportivo, Guido Angelozzi.

La voglia di dimostrare, a tutti, di essere molto più di quel rigorista infallibile nella finale Mondiale del 9 luglio 2006.

Fabio Grosso l'ha fatta "Grosso".

E' lui il timoniere del Frosinone.

Ciociari che, a 4 anni di distanza, tornano in serie A.

E lo fanno con 3 turni d'anticipo.

La matematica è avvenuta ieri sera, in un 1 maggio piovoso, a margine del 3-1 rifilato alla Reggina del suo ex compagno di squadra in Nazionale, in quella Nazionale issatasi sul tetto del mondo, vale a dire Filippo Inzaghi.

Gialloblù, quindi, che chiudono ogni discorso promozione con ampio anticipo, raggiungendo quota 71 punti in classifica, vantando lo score di 21 vittorie, 8 pareggi ed appena 6 sconfitte nell'arco di 35 giornate, annoverando, altresì, il miglior attacco della B, con 54 centri realizzati e la miglior difesa, assieme a quella del Genoa, con 21 reti al passivo.

Promozione da condividere con lo staff dirigenziale, con il Presidente, Maurizio Stirpe, uomo dalla visione lungimirante e dalla progettualità ambiziosa.

Ma il palcoscenico è tutto per lui, per l'abruzzese Grosso.

Uno che da calciatore verrà ricordato per aver messo a segno il rigore decisivo con cui l'Italia superò la Francia, conquistando il Mondiale del 2006.

Oltre alla rete realizzata nella semifinale contro la Germania, in un'estate irripetibile per lui, e sin qui, anche per tutti noi, tifosi, appassionati e calciofili.

Come allenatore, invece, quanta strada impervia.

Gli inizi a Bari, poi Verona, a seguire un cameo in serie A.

Stagione 2019/2020. Nel novembre del 2019, per l'appunto, viene chiamato da Cellino al fine di guidare le Rondinelle.

Il tempo di tre partite e di mettere a referto altrettante sconfitte, ed ecco il benservito.

Fabio Grosso, allora, emigra in Svizzera, al fine di ritrovare sé stesso, e quella serenità smarrita, alla guida del Sion.

Ma anche lì, in terra elvetica, la sua esperienza si conclude con un esonero.

La luna nera che inizia a materializzarsi.

Un passato da calciatore, oramai, lontano, ed un presente, da tecnico, faticoso e stentato.

Nel marzo del 2021, però, la chiamata da parte del Frosinone.

Ed è qui che ritorna in gioco il direttore sportivo, Angelozzi. L'uomo che ai primi anni 2000 ci vide lungo, ergendosi a fautore del trasferimento di Fabio dal Chieti al Perugia, per poi dare il "la" a quella carriera da terzino che tutti conosciamo.

In Ciociaria, il tecnico abruzzese inanella un decimo posto, un nono nella scorsa stagione, ed ora la promozione.

Una promozione dalla partenza diesel, e poi lo sprint.

Sbaragliando la concorrenza, senza mai smarrire lo scettro da primo della classe.

Il prossimo anno sarà serie A, con il Frosinone chiamato a conquistare la salvezza, onorandosi di poter duellare con club capaci di riempire, ogni settimana, il Benito Stirpe.

Nel frattempo, dalle sue parole, riconoscenza, gratitudine, ammirazione, verso il Presidente, verso il d.s. Angelozzi, verso i suoi ragazzi e tutta la città.

La città tornata in serie A, 4 anni dopo l'ultima volta, con 3 turni d'anticipo, guidata da un allenatore dalle parole pacate, dal sorriso, costantemente, stampato sul viso, abile nel dimostrare a tutti di non esser solamente quell'ex calciatore che ci condusse sul tetto del mondo.

Ora è un allenatore, Fabio Grosso, ed anche decisamente bravo.

Lorenzo Cristallo

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