“L’ANIMA POPOLARE”

23.08.2023

In queste ore riflettevo.

Riflettevo al di là dei successi personali e professionali ottenuti.

Al di là dei palcoscenici, degli stadi, delle panchine.

Fra sabato scorso e ieri, siamo stati costretti – nostro malgrado – a donare un ultimo saluto a Carlo Mazzone e Toto Cutugno.

Personaggi, apparentemente, distanti.

Personaggi appartenenti ad un mondo distante.

Carletto nel calcio e Toto nella musica.

Eppure, sor Mazzone e la leggenda Cutugno, incarnano il viso della medesima medaglia.

Quel viso popolare, autentico, genuino.

Il viso della gente comune.

Gente appassionata, gente come tante.

Il volto perbene di quell'Italia spesso snobbata dai radical-chic.

Quel modo discutibile di etichettarli come i rappresentanti dell'"italiano-medio".

Ma ben venga l'"italiano-medio". Quello che ama il pallone e che ascolta musica leggera.

Personaggi veri, originali.

Personaggi che hanno lasciato il segno nel loro mondo.

Personaggi ricordati con affetto e commozione, trasversalmente.

Per Mazzone, gli applausi sono giunti da tutti gli angoli d'Italia.

E ieri, alla notizia di Toto Cutugno, la piazza dei social si è gremita di foto e citazioni in sua memoria, ripercorrendo le noti sublimi e coinvolgenti dei suoi immensi successi.

Uomini dalle carriere lunghe, irripetibili.

Uomini di sport e di musica, dai record ineguagliabili.

Apripista di molti sentieri.

Visionari come nel caso di Mazzone.

Voce e sentimento di tutto ciò che profumi di nazional-popolare e amore, per quanto riguarda Toto.

Note che hanno toccato le corde più intime.

Emozioni viscerali che dalla panchina si propagavano nello stadio.

Carlo Mazzone e Toto Cutugno: così amati, così apprezzati, perché in grado di entrare nel cuore della gente, senza maschere, senza filtri, rappresentando ciascuno di noi.

Lorenzo Cristallo

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