“INQUIETUDINI MILANESI”

Inquietudini di Milano.
Milan e Inter e una primavera da resa dei conti.
L'ultima domenica d'inverno ha sollevato tensioni, dubbi, interrogativi su quel che sarà il rush finale di stagione.
Milan e Inter allo specchio, con nessuna opportunità di sbagliare.
I rossoneri non possono permettersi ulteriori passi falsi.
Scucito, virtualmente, dal petto, il tricolore, la banda di Pioli è costretta – suo malgrado – a leccarsi le ferite dopo la caduta, rovinosa, di Udine.
Un 3-1 che ha messo in luce le difficoltà e le ombre oscure di una compagine irriconoscibile in questo 2023.
Sin qui, 4 vittorie, 3 pareggi e 5 sconfitte, in campionato, nel nuovo anno, senza dimenticare il ko in finale di Supercoppa Italiana, proprio, contro l'Inter, e l'uscita di scena, agli ottavi di Coppa Italia, ad opera del Torino.
48 punti in classifica dopo 27 giornate, 9 in meno rispetto alla passata stagione. Quarto posto, al limite della zona Champions, con la Roma che insegue ad una sola lunghezza di distanza.
La Champions, per l'appunto. Quella di domani, ma ancor più quella di oggi.
Quella che vede, dopo 11 anni, il Milan ai quarti di finale, pronta ad affrontare il Napoli schiacciasassi.
Sfida complicata, ardua, impegnativa.
Basterà la storia, la tradizione europea, al fine di sopperire a tutte quelle storture caratterizzate da una rosa apparsa non all'altezza per poter competere su più fronti, da una campagna acquisti estiva foriera – ad eccezione di Thiaw – di tanti oggetti misteriosi, ed infine da un Leao, lontano parente del calciatore sublime in grado di prendere per mano i suoi compagni, nella passata stagione, al fine di centrare il titolo di campione d'Italia?.
Interrogativi preoccupanti anche in casa Inter.
Beneamata reduce dal ko interno, ad opera della Juventus.
Nove sconfitte dopo 27 giornate, in pratica ogni tre partite disputate, un crollo.
Cifre allarmanti per la squadra di Simone Inzaghi, tuttavia terza in classifica, a quota 50, a -2 dalla Lazio seconda.
Una Supercoppa Italiana in bacheca, un quarto di finale di Champions League, contro il temibile Benfica, all'orizzonte, così come la doppia semifinale di Coppa Italia al cospetto della Juve, eppure il tecnico piacentino non può, affatto, dormire sonni tranquilli.
I nerazzurri palesano un rendimento da montagne russe.
Squadra in grado di battere il Barcellona, di superare il Napoli in campionato, di dominare in finale di Supercoppa Italiana e di sbarazzarsi, con personalità, del Porto, negli ottavi di Champions, per poi crollare, in casa, contro l'Empoli, pareggiare con il Monza e la Sampdoria, perdere a Udine e a Bologna, e dulcis in fundo anche a La Spezia.
Fotografia contraddittoria di una squadra indecifrabile.
Forte con le forti, debole con i deboli. Così, per semplificare.
In primavera, quindi, quale versione prevarrà?.
La versione suggestiva, di un'Inter arrembante e ambiziosa, in grado di raggiungere importanti e prestigiosi traguardi?.
Oppure la versione sbiadita e criticabile, di una squadra vulnerabile e poco entusiasmante?.
Nel frattempo Milano si interroga.
Si interroga, senza conoscere che futuro l'attenderà.
Se sarà un futuro di cui crogiolarsi, oppure un futuro da comprimaria. Metropoli del calcio, scalzata da realtà ben più elettrizzanti – al momento -.
Lorenzo Cristallo