“IL TORO NELLA CORRIDA”

Milano come Pamplona.

San Siro come l'arena in cui imporsi.

Drappi rosso-neri, da infilzare.

Il desiderio, mai sopito, del Toro Lautaro.

Il campione del mondo con l'Argentina, tornato in Italia con la voglia di proseguire con i festeggiamenti.

Festeggiamenti, stavolta, a tinte nerazzurre, lasciando da parte, almeno per un po', quell'Albiceleste in grado di issarsi sulla vetta più alta del pianeta.

Sbarcato a Milano, è stato un susseguirsi di gol.

Da Monza, al match contro il Parma, passando per il sigillo contro il Verona, il magnifico timbro in finale di Supercoppa Italiana, al cospetto del Milan, e la doppia griffe di Cremona.

Lautaro insaziabile.

Lautaro famelico.

Sin qui, 11 centri in serie A, uno in Champions League ed uno in Coppa Italia.

E domani sera il derby.

Una stracittadina con la fascia da capitano attorno al braccio.

Una stracittadina per continuare sulla scia di Riyadh. Di una Supercoppa alzata al cielo, in faccia ai rivali di sempre.

Tenacia, temperamento e spirito indomito.

Le caratteristiche di un attaccante che dopo la Coppa del Mondo, vorrà, nuovamente, salire sul palco riservato ai vincitori.

C'è la Coppa Italia all'orizzonte, la Champions, ovviamente, è un traguardo ambito, ma molto simile ad una lucida follia, ed infine il campionato.

Raggiungere il Napoli appare impresa ardua, ma consolidare il secondo posto, respingendo il ritorno del Milan, sia una missione alla portata.

Ad iniziare da domani sera, quando San Siro si tramuterà in un'arena, e per Lautaro, Milano assomiglierà, di gran lunga, a Pamplona.

Toro dalle corna affilate e con la bramosia di far male.

Infilzare il diavolo, metterlo in ginocchio intonandogli il De Profundis.

Capitano e uomo immagine di quest'inizio 2023, sommariamente soddisfacente per la truppa di Simone Inzaghi.

Forse, ancora, alla ricerca della continuità di gioco e risultati, ma supportata da un Lautaro, leader e cecchino ad orologeria.

Lorenzo Cristallo