“IL SOSPETTO E’ UN TUMORE”

17.01.2023

Rischiamo di infangare un uomo perbene.

Rischiamo di sollevare sospetti e di effettuare complotti anche laddove non ci siano.

A parlare, su Tv7, è stato Dino Baggio, ex compagno di squadra nella Juventus, dal 1992 al 1994, di Gianluca Vialli, ed altresì in Nazionale azzurra.

L'ex centrocampista che in bianconero vanti 73 presenze complessive, impreziosite da 9 gol, oltre alla conquista di una Coppa Uefa nel 1993, torna proprio a quel periodo per commentare la scomparsa dell'indimenticabile Gianluca.

Dino Baggio parla di integratori assunti, di un doping deflagrante nei laboratori di quel club, e della paura di incorrere verso la stessa sorte.

Dino Baggio fa, chiaramente, riferimento agli anni vissuti nella Juventus, gomito a gomito con Luca Vialli.

Come a mettere in parallelo la comparsa di un cancro, all'assunzione di farmaci per migliorare fisico e prestazioni in campo.

Ovviamente, sempre nella Juve.

Partendo dal presupposto scientifico che non vi sia una relazione certificata fra l'assunzione di sostanze dopanti e la comparsa di formazioni maligne, perché infangare l'onore e la dignità di Gianluca Vialli, attraverso queste congetture?.

Perché gettare ombre e sospetti su una scomparsa dolorosa, ma sicuramente non riconducibile a ciò?.

Ed allora perché non affermare la stessa tesi in merito alla scomparsa, altrettanto struggente, di Sinisa Mihajlovic?.

Tutto questo rischi di essere un martirio. Un gioco sadico e inutile, ottimo per rimpolpare la schiera di coloro che confidino nei complotti e tratteggino la Juventus come il club dal "male assoluto".

I timori sollevati da Dino Baggio, probabilmente, siano dettati dalla sacrosanta natura di ciascuno di noi, ma guai a far passare la morte di Gianluca Vialli, il cancro con cui ha lottato Gianluca Vialli, come il prodotto di quanto avvenne nei laboratori della Juventus, dal 1992 al 1994.

Non abbiamo bisogno di queste crociate già note in passato.

Vialli non ha bisogno di questi sospetti per essere ricordato nell'eternità.

Rispetto.

Quello che è venuto meno nelle dichiarazioni rilasciate dall'ex calciatore juventino, che, ovviamente, hanno rappresentato una goduria esagerata per quella parte di stampa e di opinione pubblica che accuserebbe la Vecchia Signora dei peggiori crimini del mondo.

Non è così che si ricordi un uomo gentile, educato, perbene, saggio, carismatico.

Non è così che si ricordi un campione importante e temerario. Un vincente.

E' Dino Baggio a palare. Uno piuttosto dimenticato negli ultimi 10 anni. Uno dalla carriera sempre più verso l'oblio dopo gli anni gloriosi nel Parma, ma non da attore principale nella Lazio.

Ma in fin dei conti, ciò che resterà di queste affermazioni, nella memoria del popolino dedito al chiacchiericcio, è che il cancro con cui abbia dovuto convivere Gianluca Vialli, sia frutto delle sostanze dopanti assunte negli anni alla Juve.

E tutto questo fa male. Tutto questo ferisce la storia di valore di un campione che resterà tale per sempre.

Lorenzo Cristallo

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