“IL CUORE FRANTUMATO”

Rincorse inutili.
Lottare, sperare, migliorare, porsi obiettivi.
Alimentare la vita, con il desiderio di lasciare il segno. Per sé stessi, per gli altri.
Portatori sani di valori in cui l'uomo e la donna riescano a trasmettere il proprio credo.
La propria passione nel nome della vita.
La vita.
Luci e ombre che si intersecano.
Luci e ombre dal doppio risvolto.
La malattia: la luna nera della vita.
Elena Fanchini ci ha lasciati troppo presto.
Stavolta la discesa è stata ripida, inavvertita, fatale.
Elena ci lascia a 37 anni.
Un cancro l'ha portata via.
Diagnosticato un tumore al colon, nel 2017, Elena ha lottato, supportata dalla scienza, dalla medicina, dall'affetto sconfinato delle persone a lei care e dei tantissimi tifosi.
Nel 2020 il ritiro dall'attività agonistica, qualche anno dopo la ricomparsa del male.
Sino a ieri, giornata triste, funesta, incommentabile.
Lacrime e dolore per una sciatrice che nella sua carriera vanti la conquista di una medaglia d'argento ai Mondiali e di un argento e un bronzo nei Mondiali juniores.
Tanti altri titoli, poi: 11 medaglie nei campionati italiani, due vittorie nella discesa libera e 4 podi nella Coppa del Mondo.
Elena: orgoglio azzurro nella discesa libera, nel Supergigante e nella combinata.
Nello scorso mese di gennaio, Sofia Goggia le dedicò l'ultimo trionfo personale a Cortina.
Un pensiero, più di un pensiero rivolto a lei.
A quella giovane donna, sorella di Nadia e Sabrina, sciatrici anche loro, che non si è rifugiata nell'oblio.
Che è uscita fuori dalla zona di comfort, raccontando la sua battaglia contro il male. La forza e il coraggio di scelte dolorose ma necessarie.
La voglia, però, di non abbandonare lo sci, di alimentare la sua vita con la speranza di tornare, il più presto possibile, in quel mondo, nel suo mondo, nel mondo di quello sport che l'abbia vista protagonista e atleta di cui essere orgogliosi.
Impossibile trovare le parole giuste per narrare la storia di una vita interrotta.
Interrotta a 37 anni, a causa di un brutto male. Quel brutto male che spariglia le carte in tavola. Quel brutto male che ci faccia comprendere come nulla dipenda da noi, nonostante la resilienza, la tenacia, persino l'accettazione, che non significhi rinuncia a combattere.
Elena se n'è andata in una giornata di inizio febbraio. Fredda e malinconica.
Dalle piste di sci, in cui si stia svolgendo il Super G dei Mondiali, la notizia ha coinvolto emotivamente le nostre azzurre e tutti coloro appartenenti a quel mondo.
Il mondo di Elena. Quando Elena sorrideva e sfidava le proprie avversarie, slalomeggiando fra i paletti.
Superare gli ostacoli era la sua missione.
Ne ha superati tanti negli ultimi anni di vita, sin dove abbia potuto.
Poi, basta.
Poi la vita, la speranza, il domani, accompagnati all'ultimo capitolo.
A 37 anni, rendendo complicato trovare parole per narrare l'efferatezza di un male cattivo.
Di un maledetto male.
Lorenzo Cristallo