“IL BENE E IL MALE”

Anche se sia solo il primo di due confronti, sin da stasera, entrambe vorranno abbracciare il bene, rispedendo il male, al mittente.
Spartiacque di una sfida di Champions inedita, ancor di più se si tratti di un quarto di finale.
Derby d'Italia in Europa, è così che in molti abbiano etichettato il duello fra Milan e Napoli.
In un San Siro che sin da ora si appresti ad ospitare una gara che diventerà leggenda.
Una di quelle partite di cui si parlerà a lungo.
Per via della posta in palio, per via degli interpreti in campo.
Il Milan torna lì, torna a calcare quel palcoscenico che contraddistinse la sua storia.
Il diavolo, in Champions, custodisce gli anni ruggenti della sua tradizione.
Rossoneri che giungono a questa sfida con qualche certezza in più, rispetto al sorteggio di Nyon che li accoppiò ai partenopei.
Milan che, il 2 aprile scorso, abbia fatto risuonare un rumoroso campanello d'allarme dalle parti di Fuorigrotta.
Lo 0-4 con cui abbia annichilito gli azzurri, rappresenti un monito per Kvaratskhelia e compagni, ossia che il diavolo vorrà fare sul serio anche in Champions, mettendo nel mirino una probabile semifinale, nel teatro dei sogni europei, tutta meneghina, al cospetto dell'Inter.
Pioli ha a disposizione la rosa al completo – ad eccezione di Ibrahimovic – ed è convinto nel proporre quel 4-2-3-1 con i suoi interpreti migliori, quelli che, poco meno di un anno fa, spinsero il diavolo alla conquista del diciannovesimo scudetto della propria storia.
La storia, per l'appunto.
Appuntamento con la storia da parte del Napoli.
Azzurri mai approdati ai quarti di Champions. Azzurri, sin qui, protagonisti di una cavalcata sensazionale.
Una sola sconfitta – e per giunta ininfluente – contro il Liverpool, 7 successi su 8 sfide disputate, primo posto nel raggruppamento, Eintracht Francoforte eliminato agli ottavi e ben 25 gol a referto.
Eppure, stasera, Luciano Spalletti chiamerà i suoi calciatori al massimo impegno, ma soprattutto al massimo sacrificio.
Partenopei senza il loro bomber Osimhen.
Partenopei, altresì, privi del vice designato, ossia Simeone.
Ed allora il peso dell'attacco graverà, probabilmente, su un Giacomo Raspadori tornato, da poco, abile e arruolato.
Potrebbe essere lui, la pedina su cui puntare per scardinare la retroguardia rossonera, oppure far leva sull'imprevedibilità di Kvara e Lozano, entrambi falsi nueve al fine di gettare le basi in vista della gara di ritorno.
Non un momento facile per gli azzurri, nonostante lo scudetto disti appena 12 punti – o forse meno -.
Ma stasera tutto si azzererà.
Stasera non varranno i trionfi passati, non varrà il primo posto in campionato, non varrà lo 0-4 con cui il diavolo abbia annientato gli azzurri, 10 giorni fa.
Stasera sarà il palcoscenico europeo ad assumere il sopravvento.
Stasera, al Meazza, riecheggerà la musica soave ed imponente della Champions.
Colonna sonora di un match che entrerà nella storia.
Di un match, cartolina del nostro calcio.
Nel bene e nel male.
Lorenzo Cristallo