“GIORNI TRISTI”

Sono giorni difficili per chi ami il Milan, e forse anche il calcio, più in generale.
Giorni contraddistinti da ricordi nostalgici, bandiere ammainate, passato che entri nelle case della gente, irrompendo su un presente arido.
Arido di gratitudine, e desideroso di appigliarsi a fasti passati.
Quando tutto, un po' banalmente, appariva più bello, scintillante, coinvolgente.
Silvio Berlusconi e Paolo Maldini: volti di un Diavolo ruggente.
Volti di quel Diavolo titolato, indomabile.
Il Milan dei 31 anni di presidenza Berlusconi e dei 29 titoli.
Cognomi che profumano di famiglie devote al Milan.
Oppure di Milan devoto a quelle famiglie.
Famiglie rossonere, capofamiglia di una serie di famiglie italiane, sostenitrici del Milan.
Eppure sono giorni tristi.
Giorni grigi, come il cielo che sovrasta le nostre teste in un giugno autunnale.
Come l'autunno del Milan.
Società con all'orizzonte un nuovo corso, ma con tanta storia alle spalle, e non sempre valutata correttamente.
Di Silvio Berlusconi tanto si è detto, in occasione della sua scomparsa.
Anni di titoli, di trionfi, di vittorie.
Anni irripetibili, nelle dimensioni e nella sontuosità del personaggio.
E poi Paolo Maldini.
Il suo addio dal Milan, il suo esonero – ancor peggio – profumi di schiaffo alla storia.
Di sacrilegio nei confronti di quella storia scritta d Silvio Berlusconi, ma di cui, Paolo Maldini, sia stato uno dei protagonisti principali, sul campo.
Cognomi imprescindibili per narrare un romanzo a tinte rossonere.
Romanzo antico, originale, elegante.
Romanzo da best seller.
Se non fosse che il presente sia cinico, e faccia i conti con la clessidra che scorre.
Clessidra che ha sancito il congedo da questa terra, di un Presidente innamorato del Milan, appassionato a tal punto da crearlo, e costruirlo, a sua immagine e somiglianza, ossia vincente.
E cinico, come detto.
Cinico come il volto di Gerry Cardinale, di un colosso statunitense, chiamato Red Bird, e di una nuova metodologia di fare calcio, in cui la presenza di Paolo Maldini sia apparsa di troppo, quasi ingombrante.
Giorni tristi sulla Milano rossonera.
Giorni nostalgici di un passato che, mai come ora, sembri remoto.
Perso nei meandri di un'attualità gelida, calcolatrice, che non tenga conto dell'aspetto passionale, emozionale, rilevante. Tratti distintivi di quel Milan rimembrato nelle ore in cui omaggiare il Presidente che rese questa squadra, fiore all'occhiello dell'Italia nel mondo.
Lui, Berlusconi, artefice di un modo innovativo, all'epoca, di intendere il calcio.
L'altro, Maldini, storia personale, e di famiglia, contraddistinta da titoli in serie, oggi difficili da inanellare.
Lorenzo Cristallo