“GIALLO A DOHA”

10.12.2022

Potrebbe essere una morte naturale.

Potrebbe.

Oppure potrebbe essere l'ennesimo attacco alla morale e all'umanità.

Il sospetto e il mistero che assumano il sopravvento su tutto il resto.

Strana vicenda, o forse no, a Doha, nella sala stampa del Lusail Iconic Stadium, a pochi minuti dal termine di Olanda-Argentina, gara valevole per i quarti di finale del Mondiale.

Grant Wahl, 48 anni, era un noto giornalista sportivo statunitense.

Nella serata di ieri, per l'appunto, in sala stampa, è stato colto da un arresto cardiaco, ed ha perso la vita.

Sgomento e stupore, in attimi concitati, conclusisi con un'inutile corsa in ospedale.

Grant Wahl era balzato agli onori della cronaca, in quanto nei giorni scorsi venne fermato dalla Polizia locale in quanto indossasse una maglia con l'effige dei colori arcobaleno.

Un atto simbolico, a sostegno della comunità LGBTQ+, in contrasto con le severe misure restrittive e detentive in merito all'esposizione di immagini o icone che facessero riferimento a tale comunità.

Come è noto, il Qatar, Paese organizzatore dell'evento, abbia più volte ribadito un totale contrasto nei confronti di tutto ciò che sia inerente ai diritti civili in merito al capitolo riguardante l'omosessualità.

Mondiale in cui abbiano creato sconcerto le parole pronunciate dall'Ambasciatore della manifestazione, Salman, che abbia accostato i gay a persone affette da malattie psichiche.

Ed insomma, in questo scenario tetro ed orribile, in cui non vadano trascurati gli oltre 6.700 operai morti durante la fase di allestimento e costruzione degli avveniristici stadi, ieri sera si è consumata un'altra morte.

Stavolta di un giornalista, che qualche giorno fa abbia tentato di sfidare il governo teocratico qatarino, un giornalista della CBS Sports, ufficialmente stroncato da un infarto.

Il fratello di Grant Wahl, ha immediatamente dichiarato che si sia trattato, in qualche modo, di un omicidio, di un avvelenamento che abbia provocato l'arresto cardiaco al giornalista sportivo statunitense.

Difficile sbilanciarsi oltre.

Difficile aggiungere altro, alla triste notizia di cronaca.

Sta di fatto che, un addetto all'informazione, che abbia tentato di protestare contro le misure restrittive imposte a sfavore della comunità LGBTQ+, sia deceduto, per infarto, nella sala stampa del Lusail Iconic Stadium di Doha, a pochi minuti del fischio finale di Olanda-Argentina.

Casualità?. Fato?.

Oppure ulteriori ombre tetre, misteriose ed oscure su un Mondiale che non terminerà, mai, di far discutere?.

Un Mondiale che lì, proprio, lì, in Qatar, non si sarebbe dovuto disputare, se solo i petroldollari e gli scandali non avessero avuto la meglio sulle ragioni sociali e sportive di cui il calcio, ovunque, si faccia portavoce.

Ovunque, ma non in Qatar.

Lorenzo Cristallo

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