“FUOCO NEL FUOCO”

Sino all'ultimo respiro.
Sino all'ultimo battito.
Inter-Juventus, secondo round di una semifinale avvelenata.
La coda polemica ed indicibile nell'epilogo della sfida d'andata.
Il caso Lukaku, i cori razzisti, la chiusura della Curva Sud dell'Allianz Stadium, il dietrofront.
La "grazia" concessa, in via straordinaria ed eccezionale, a Big Rom, per far sì che il razzismo venga combattuto in maniera sostanziale e attraverso dei provvedimenti, ma, nel frattempo, è il campo che si avvicina.
Quel rettangolo verde, sito nella Scala del Calcio, che domani decreterà chi, fra Inter e Juve, approderà in finale di Coppa Italia.
Tutto questo, il 26 aprile, genesi dei dissapori fra Beneamata e Vecchia Signora.
Balzo all'indietro di 25 anni e il famigerato contatto fra Iuliano e Ronaldo il Fenomeno.
L'avvio di un polverone mai assopitosi, ed alimentatosi durante l'epoca Calciopoli.
Domani, comunque, saranno in ballo 90 minuti – o forse più – per sancire chi possa andare in avanti nella coppa nazionale.
Coppa nazionale dall'appeal accresciuto, negli ultimi anni.
Chi, approderà all'Olimpico, il prossimo 24 maggio?.
Chi duellerà con Fiorentina – molto probabile – oppure Cremonese?.
Sarà l'Inter?.
La Beneamata in semifinale di Champions, dopo 13 anni, dal passo incerto in campionato, ma con ampie chance di accedere in finale di Coppa Italia?.
La Beneamata che ha ritrovato i gol, su azione, di Lukaku e Lautaro?. La Beneamata che vorrà scrivere un finale di stagione, sorprendente ed inatteso sino a qualche settimana fa?.
Oppure la Juve?.
La Juve con 15 punti in più in campionato, in attesa di ulteriori decisioni?.
La Juve approdata in semifinale di Europa League, con l'obiettivo di giungere a Budapest per conquistarsi, in terra magiara, non solo la coppa, ma, altresì, la qualificazione in Champions, evitando di passare per una serie A che potrebbe riformulare il suo destino?.
Ed infine, la Juve che vorrà tornare ad alzare, al cielo, un titolo?. Ecco perché la Coppa Italia, ultimo trofeo conquistato dalla Vecchia Signora, nell'era Pirlo, rappresenti una manifestazione importante.
La manifestazione in cui vendicare le due sconfitte, in finale, rimediate nella scorsa stagione, sia in Supercoppa che in Coppa Italia, per l'appunto, sempre ad opera dei nerazzurri.
Ed allora sarà il campo ad emettere il verdetto.
Verdetto finale, inappellabile.
Beneamata priva di Handanovic.
Vecchia Signora orfana di Cuadrado – a segno nella gara d'andata -.
Riflettori accesi sulla Scala del Calcio, su un Meazza che emetterà gli ultimi vagiti di un aprile infuocato.
Poi si volterà pagina, e solo allora sapremo per chi, fra la truppa di Simone Inzaghi e quella di Max Allegri, maggio avrà un sapore particolare.
Il sapore particolare appartenente ad un mese in cui cullare ulteriori sogni, aspirazioni, possibilità di sentirsi vittoriosi.
Nel frattempo attendiamoci una gara senza esclusioni di colpi. Una gara in cui lo spirito di rivalsa e di vendetta sia accecante.
Nella speranza che, tutto ciò, si delimiti nei confini dello sport, del sano agonismo.
Evitando pacchiane cadute di stile, come avvenuto il 4 aprile scorso, fra beceri ululati razzisti e scene da saloon dequalificanti.
Lorenzo Cristallo