“FRA GLI ANGELI IN PARADISO”

Una parata di stelle, di campioni.
Gente comune, tifosi, appassionati.
Sinisa uno di noi. Uno, sicuramente, meglio di noi.
L'affetto, l'amore, la riconoscenza, la gratitudine.
Tutto mescolato nella Basilica Santa Maria degli Angeli, in Roma, stamane, in occasione dell'ultimo saluto a Sinisa Mihajlovic.
Personaggi dello sport, dello spettacolo, e tutti coloro che da ogni parte d'Italia abbiano affrontato un lungo viaggio per essere, quest'oggi, nella Capitale, in una triste e soleggiata mattina di dicembre.
I raggi del sole che asciugano le lacrime dei suoi cari, dei suoi 5 figli, di sua moglie Arianna, e di tutti quelli che con Mihajlovic hanno condiviso battaglie e trofei, in campo.
Sinisa.
Amato trasversalmente, da quella Roma vissuta con addosso i colori delle due squadre, passando per Milano, Genova, Torino, Firenze, Bologna, luoghi che abbiano attinto dal carisma, dalla personalità, dal buon cuore e dalla generosità di un uomo solo all'apparenza rude.
Sinisa il combattente, Sinisa capace di commuoversi, di raccontare le fragilità, le debolezze messe a nudo da una malattia tanto feroce quanto aggressiva.
Nonostante tutto, con il sorriso e con l'ironia utile ad esorcizzare il peggio. Mihajlovic è rimasto sino all'ultimo lì, aggrappato a quel rettangolo verde, a quel mondo chiamato calcio, di cui sia stato uno fra gli interpreti principali.
Venuto dalla guerra, in Italia ha trasmesso, in ogni angolo, la sua veracità, il suo entrare in empatia con tutti coloro che lo abbiano incontrato.
Non è un caso la lunga processione di colleghi illustri e semplici tifosi che, al Campidoglio, abbiano effettuato la fila per deporre un fiore, per lasciare una preghiera, per dedicargli l'ultimo saluto.
Anche quest'oggi, stamane, in una Roma splendente, l'ultimo doveroso e commosso omaggio al guerriero.
Al leone dal cuore tenero, che non si è mai arreso.
Anche quando la fatica, la lacerazione di un brutto male abbiano preso il sopravvento su tutto il resto.
Sinisa si è fatto amare, ed è stato amato.
Dal popolo del calcio, che spesso ha diviso .
Dalla sua famiglia.
I suoi affetti più intimi, quelli che in lui hanno avuto un marito e un papà, faro insostituibile.
Sommessamente volgiamo lo sguardo al cielo e lo salutiamo.
In questi giorni i ricordi, le lacrime, le parole di stima, amore e ammirazione, hanno sovrastato tutto il resto.
Non sarà mai dimenticato.
Sinisa Mihajlovic, sul campo, ha dimostrato come essere baluardi affidabili e imprescindibili.
In panchina, durante la malattia, ha tracciato un sentiero in cui il coraggio e la resilienza diventino fattori dominanti.
Prenderemo spunto da ciò, semmai saremo capaci.
Nel frattempo, questo lunedì freddo, resterà per sempre il lunedì del dolore, delle lacrime, ma anche di un timido sorriso.
Il timido sorriso di chi sa che Sinisa Mihajlovic, ora, sia in Paradiso, a dirigere la squadra degli angeli.
Quelli dallo spirito protettivo e dal carattere travolgente.
Tratti distintivi di un uomo tutto d'un pezzo.
Tratti distintivi di un uomo perbene.
Lorenzo Cristallo