“FELICE E SOLITARIO”

04.02.2023

Claudio Villa, in un tempo lontano, spopolava con la sua "Binario".

Binario, triste e solitario.

Un testo memorabile nella storia della musica italiana, se non fosse che il cammino del Napoli, in serie A, solo parzialmente possa accompagnarsi con quelle note.

Binario, sì, solitario anche, ma non triste.

Quello degli azzurri è un cammino solitario ma felice.

Felice per un primo posto irraggiungibile.

Le dirette concorrenti hanno dismesso gli abiti da inseguitrici. Impossibile auspicare una serie di cadute al fine di riaprire il discorso inerente il primo posto.

Azzurri travolgenti.

Azzurri capaci di smentire le perplessità di inizio stagione.

In una delle estati più calde degli ultimi 20 anni, chi, di noi, avrebbe scommesso su una squadra rivoluzionata, dopo gli addii di Insigne, Mertens, Koulibaly, Fabian Ruiz e Ospina?.

Chi?.

E poi gli arrivi. Kvaratskhelia e Kim: in tanti ammisero di non sapere chi fossero.

Ed invece, sul campo, la maestria di Giuntoli e la sagacia di Spalletti, abbiano permesso a questa rosa di primeggiare.

Primeggiare ovunque.

Napoli esplosivo, elettrizzante, fucina del miglior calcio in Europa.

Campionato sì, ma anche Champions.

Le grandi del Vecchio Continente sono avvisate: nella prossima primavera dovranno fare i conti con Osimhen e compagni, e con la loro voglia di non porsi limiti.

53 punti dopo 20 giornate, miglior attacco della A con 48 gol a referto e difesa di ferro con appena 15 centri al passivo.

Tutti, ma proprio tutti, importanti.

Tutti, ma proprio tutti, funzionali alla causa partenopea.

Dai titolarissimi, alle cosiddette riserve.

Che poi, riserve a chi?.

Simeone ha deciso sfide prestigiose, come quelle contro Milan e Roma.

Raspadori ha illuminato, specie in Champions, il Maradona.

Ma poi, ovviamente, c'è quel Victor Osimhen, capace di buttare giù difese e porte avversarie.

Il capocannoniere in serie A, è lui.

Kvara?.

Fantasia, genio ed estro a profusione.

Ed allora il Napoli e Napoli gongolano.

Coccolati dall'impetuosità di una squadra famelica.

Affamata di titoli, muscolare e geniale a tal punto da mettere in ginocchio lo strapotere del Nord.

C'è calcio - e vita - al di sotto della Capitale.

Ed è un calcio a tinte azzurre, tratteggiato da uno Spalletti sornione, ma dalle idee chiare.

Velocità di gamba e velocità di pensiero che appaiono armi a doppio taglio per gli avversari.

Domani c'è la trasferta di La Spezia, ennesima tappa prima dell'apoteosi.

Prima di ergersi sul tetto più alto dello stivale.

Nel frattempo si percorre il binario.

Quel binario felice e solitario, con buona pace dell'eccelso "Reuccio" Villa.

Lorenzo Cristallo 

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