“ESILIO DORATO?”

Potrebbe trattarsi di un esilio, di un esilio dorato.
Ricoperto da petroldollari, laddove si stia accendendo il mercato di quest'estate.
Arabia Saudita: nuova meta per calciatori, più o meno, sul viale del tramonto, e per allenatori in cerca di riscatto.
Uno di questi è Rino Gattuso.
Archiviata l'amara parentesi con il Valencia, conclusasi con una rescissione consensuale nel gennaio scorso, il tecnico calabrese è al centro dei pensieri della Federazione araba.
Una serie di proposte da vagliare, a cifre da capogiro.
Lui, Gattuso, giocatore vincente, pluripremiato, combattente con la maglia del Milan e della Nazionale azzurra, ora, invece, alle prese con una carriera da allenatore che stenti a decollare.
Un solo trionfo degno di nota, ossia la Coppa Italia conquistata alla guida del Napoli nel giugno del 2020.
Per il resto, una serie di avventure all'estero, fra Sion ed Ofi Creta, non particolarmente memorabili.
Il passaggio a Pisa, fra ristrettezze economiche e problemi di ordinaria amministrazione.
Palermo, Milan, con un quinto e sesto posto al timone del Diavolo, e poi, come detto, il Napoli.
Una Coppa Italia all'ombra del Vesuvio e quel quinto piazzamento materializzatosi all'ultima curva, in occasione della sfida con il Verona terminata 1-1, che precluse la possibilità, da parte degli azzurri, di partecipare in Champions League.
A seguire un rapporto con la Fiorentina, abortito sul nascere e nell'estate scorsa l'inizio dell'avventura in Spagna.
Al Valencia, 18 partite in Liga, contraddistinte da 5 successi, 5 pareggi e 8 sconfitte, prima di dirsi addio.
Successivamente tanto silenzio, su un uomo che spesso abbia fatto parlare di sé, nel bene e nel male.
Carattere impetuoso, sanguigno, verace, ma sincero.
Sul campo ha proposto idee che andassero oltre l'aspetto della personalità e dell'aggressività.
Tuttavia, scarni i risultati di cui andar fieri.
Tante opportunità mancate ed ora l'ipotesi araba.
Da un Golfo all'altro.
Da quello di Napoli a quello saudita.
Cambiano gli scenari e cambiano gli importi.
E forse cambiano anche le traiettorie della sua carriera da allenatore.
La Saudi Pro League sarà anche un torneo in ascesa – così dicono – ma, allo stato attuale, sembri tanto un parco giochi per tecnici e calciatori alla ricerca di ingaggi dalle somme stratosferiche, in attesa che venga assegnato il Mondiale del 2030, assillo per i facoltosi arabi, intenti ad ospitare, dalle loro parti, la massima competizione internazionale.
Suggestioni e racconti da esilio dorato.
Lorenzo Cristallo