“ER GOL DE TURONE ERA BONO”

Roma-Juve, storia di una rivalità che scorre negli anni.
Dagli anni '80, e precisamente da domenica 10 maggio 1981.
Piove sul Comunale di Torino, quando un difensore di nome Maurizio Turone segna, di testa, uno di quei gol che resteranno impressi nella categoria dei "gol sottratti".
Palla in fondo al sacco, Zoff superato, ma rete non convalidata.
Polemiche, disquisizioni, moviole in loop, in un pallone che veniva commentato nel salotto buono della Domenica Sportiva, ma ancor più nei bar, per le strade, davanti le edicole, in una Roma in cui impazzava la prima pagina del Corriere dello Sport.
In un lunedì mattina di metà maggio che gridava allo scandalo, all'ennesimo furto perpetrato dalla nemica di sempre. La Juve della Fiat, della famiglia Agnelli, la Juve emblema del potere economico e politico.
Passano le stagioni, ma gli umori non mutano, in un Roma-Juve sempre infarcito di simboli, immagini, istantanee e campioni, capaci di tratteggiare una sfida mai banale, e costantemente infarcita di carica agonistica.
Da "Er gol de Turone era bono", divenuto un mantra, un motto, una convinzione, e persino il titolo di una pellicola cinematografica, a "Zitti, 4, e tutti a casa".
Stavolta il salto nel tempo ci conduce a domenica 8 febbraio 2004.
La Vecchia Signora, all'Olimpico, riceve una severa punizione. La Lupa si impone con un sonoro 4-0, figlio di un risultato griffato da Cassano, Dacourt e soprattutto Totti.
Francesco Totti, il numero 10, il Capitano, l'icona immarcescibile di quella squadra che, rivolgendosi a Igor Tudor, gli mostra le quattro dita, lo silenzia e in maniera colorita lo invita a tornarsene a casa.
La vendetta del gol di Turone, servita in una notte di febbraio.
Olimpico dai riflettori accesi e bianconeri che crollano dinnanzi ad una Roma incontenibile.
Espressioni, quindi, popolari, entrati nel must quotidiano, di una partita in cui a fronteggiarsi siano due filosofie differenti, due storie differenti, due contrapposizioni nello stesso mondo.
Domenica sera sarà di nuovo Roma-Juventus, e gli spunti di interesse iniziano ad infiammarsi già da ora.
Dalla squalifica di José Mourinho, alle parole di Paulo Dybala, il quale rivendica 3 milioni di euro dal club juventino.
Dichiarazioni, protagonisti di un match facilmente incendiabile.
Olimpico teatro di sfide storiche, titaniche, indimenticabili.
Roma-Juve: incrocio che contrappone una parte del Paese.
Quella giallorossa a quella bianconera.
La Capitale che sfida il Regno Sabaudo.
Anni, stagioni, campionati che si alternano, ma con la solita convinzione, per le vie della Città Eterna, ossia che "er gol de Turone era bono", per poi sospirare, soddisfatti, quasi 23 anni dopo, dinnanzi a quelle quattro dita del Capitano, ad umiliare e ad annichilire gli avversari di sempre.
Lorenzo Cristallo