“EH GIA’, SIAMO ANCORA QUA”

16.05.2023

A prescindere da come andrà a finire questa sera – dettaglio tutt'altro che secondario -, una riflessione particolare la meriti l'Inter.

Nerazzurri, spesso, criticati.

Simone Inzaghi, di frequente, spinto all'uscio di porta.

Undici sconfitte in campionato, una lotta scudetto da cui, la Beneamata, abbia abdicato molto presto, ed un terzo posto, attuale, al fine di centrare l'obiettivo minimo per non rendere questa stagione, fra i confini nazionali, deludente.

Eppure, nella fase cruciale di questa primavera piovosa, cadono dal cielo non solo gocce d'acqua, ma anche possibilità di entrare nella storia, da qui all'eternità.

Inter con una Supercoppa Italiana già in bacheca, conquistata il 18 gennaio scorso, a Riyadh, al cospetto del Milan.

Inter con una finale di Coppa Italia all'orizzonte, il 24 maggio prossimo, all'Olimpico, contro la Fiorentina, per provare a bissare il successo ottenuto nella passata edizione.

Ed infine, ma non per importanza, la semifinale di ritorno di Champions League, in programma, stasera, contro il Diavolo.

Ennesimo scontro fratricida, stavolta per contendersi l'approdo alla finalissima di Istanbul.

Beneamata ad un passo dal traguardo più prestigioso e sublime, 13 anni dopo l'ultima volta.

Allora, in panchina, vi era José Mourinho, e quella fu l'indimenticabile e storica stagione del Triplete.

Questa volta, nonostante gli sfavori del pronostico – almeno inizialmente -, i nerazzurri siano ad un passo dal compiere un'impresa titanica.

Forti dello 0-2 ottenuto mercoledì scorso, nel match d'andata, Lautaro e compagni sognano, ad occhi aperti, il volo diretto verso la Capitale turca, al fine di affrontare in un duello senza sconti, e senza prova d'appello, il gigante Haaland o il Pallone d'Oro, Benzema.

Nel frattempo c'è la pratica di ritorno, contro il Milan, da archiviare.

Un doppio vantaggio da non vanificare, in un Meazza che ribollirà di tifo nerazzurro.

Perché, questa sera, sarà l'Inter la squadra di casa.

La squadra che comanderà in una Scala del Calcio che, di sicuro, riserverà sorprese ed emozioni palpitanti.

Qualora la truppa di Simone Inzaghi dovesse riuscire a completare l'opera, estromettendo i campioni d'Italia uscenti dal penultimo atto della Champions, tutte le critiche evaporeranno.

Evaporeranno i commenti al vetriolo, le polemiche sul gioco di Inzaghi, su quel modulo ortodosso, sulla lettura delle gare, molto spesso, prevedibili.

Nulla più varrà, di fronte ad una compagine in corsa su tutti i fronti, e con la possibilità di poter alzare al cielo altre due coppe, in stagione.

In risposta a tutte coloro che continuino ad arrancare o ad ammirare gli altri, trionfare.

Ed allora altri 90 minuti – o forse più – anche per dimenticare le sconfitte, in campionato, contro Empoli, Spezia, Bologna, Monza, oppure il pareggio con la Sampdoria.

Narrazioni di punti persi e sonori fischi ricevuti.

L'Europa dei grandi è chiamata a fare i conti con la Beneamata, ed anche la coppa nazionale, fra poco più di una settimana, potrebbe sancire il giubilo nerazzurro.

In barba ai detrattori.

In barba a coloro che, prematuramente, intonarono il De Profundis ad una squadra più viva che mai.

Lorenzo Cristallo

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