“EH GIA’, IO SONO ANCORA QUA”

10.01.2023

La Juve che non ti aspetti.

La Juve derelitta e accompagnata nella storia, come fra le più deludenti degli ultimi 10 anni.

Juve fuori dalla Champions, Juve in ritardo in campionato.

E poi le grane extracampo. Dimissioni del cda, aule di tribunale che attendono risposte e spiegazioni, e tsunami, paventati, all'orizzonte.

Ma sul campo, no.

Sul campo la Juve di Allegri - perché mai, come questa volta, sia la Juve nelle mani e con la testa di Max Allegri - risponde presente, anzi, travalica ogni ostacolo, per issarsi laddove nessuno l'attendesse.

Secondo posto in classifica, a braccetto con il Milan campione d'Italia.

A -7 dal Napoli capolista e venerdì sera, il Maradona, teatro proprio del big match fra i partenopei e la Vecchia Signora.

Innalzarsi a -4 dalla banda di Spalletti, il sogno ardito, ma non impossibile, di una squadra catalogata fra le mediocrità della stagione.

8 vittorie di fila.

8 vittorie consecutive senza subire gol, in campionato.

7 reti al passivo dopo 17 giornate, porta inviolata da 756 minuti.

Questo il biglietto da visita di una squadra capace di conquistare 24 punti nelle ultime 8 gare.

Tutto questo, senza i vari Pogba, Vlahovic, Bonucci, Cuadrado e con un Di Maria e Chiesa, molto spesso, a mezzo servizio.

Bianconeri che hanno fatto leva sulla forza del collettivo, sull'ottima intuizione di Allegri di puntare sulla difesa a tre, ricercando in alcuni interpreti, il grimaldello per scardinare le difese avversarie.

Dal contributo in ascesa di Kean, all'efficacia di Milik, per poi passare a quella linea green capace di tracciare sentieri interessanti e sino ad ora inesplorati: Miretti, Fagioli, Soulè e Gatti.

Senza dimenticare Iling-Junior.

Una nuova Juve. Ricca di qualità, di campioni, di due campioni del mondo e di un vice-campione, oltre che di campioni d'Europa.

Eppure, al netto di assenze forzate e prolungate, oltre a seri grattacapi giudiziari, la Vecchia Signora incuta timore, evidenzi una pericolosità chirurgica, blindando, altresì, la propria porta a doppia mandata.

Batterla non sia affatto semplice.

Non è semplice per la media borghesia della serie A.

Non è semplice per la classe proletaria della serie A.

Ma neanche per la nobiltà della serie A, come in occasione del 2-0 rifilato all'Inter.

Ed allora ci sarà da preoccuparsi per la banda di Spalletti.

Napoli agguerrito, feroce, Napoli dai 44 punti conquistati dopo 17 giornate e dai 14 trionfi ottenuti, eppure questa Juve, questa Juve resiliente, pragmatica, attenta e scevra da fronzoli, meriti tanto, ma tanto, rispetto.

Venerdì conosceremo quale volto assumerà la classifica.

Se gli azzurri sprinteranno ulteriormente.

Se tutto resterà come adesso, oppure se i bianconeri si avvicineranno, pericolosamente, alla vetta.

Ma stia di fatto che in pochi, o forse nessuno, avrebbe ipotizzato, qualche mese fa, che il 13 gennaio, Napoli-Juventus avrebbe messo in palio succulenti punti scudetto.

Nessuno lo avrebbe ipotizzato, non tanto riferendosi ai partenopei, quanto piuttosto ad una Juve apparsa, sino ad ottobre, in disarmo e allo sbando.

Ed invece Allegri ha suonato la carica, attraverso scelte ponderate ma coraggiose.

Una nuova identità, scommettendo sul futuro, ma ripartendo dalla solida dottrina del non prenderle, innanzitutto.

Ed allora la Juve è lì, al secondo posto, sognando un ulteriore avvicinamento alla testa della classifica.

Sogni di una Signora indomita, non appariscente ma dal fascino letale.

Lorenzo Cristallo 

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