“E SE FACESSIMO, TUTTI, COME SOFIA?”

18.12.2022

Quante volte la nostra vita sia stata caratterizzata da frasi del tipo: "Non ce la posso fare!", oppure "E' tutta colpa della sfortuna!".

Quante volte abbiamo gettato la spugna, quante.

Se non noi, quante volte sia accaduto a persone vicine a noi.

Abbattersi, cadere a terra, lasciarsi travolgere dallo sconforto e dal rimpianto.

Il male odierno. Quello in cui sentirsi vittima e piangersi addosso, per alcuni, sia diventato lo sport preferito.

Poi, però, capita che in un sabato di metà dicembre, a Saint Moritz, una sciatrice di nome Sofia Goggia, dimostri di saper riscrivere non solo la storia dello sport, ma di impartire una lezione importante a ciascuno di noi.

L'importanza capitale della resilienza.

Cogliere da un evento traumatico, la forza e il coraggio per issarsi al di là dei propri limiti, oltre ogni barriera.

Venerdì, Sofia Goggia, si sottopone ad un intervento chirurgico per via di una frattura del secondo e terzo metacarpo della mano sinistra.

Nessuno, 16 ore dopo, sarebbe sceso, di nuovo, in pista, a St. Moritz, per effettuare il proprio slalom.

Nessuno, tranne lei: Sofia Goggia.

Stakanovista, lottatrice autentica.

Racconta che in sala operatoria, prima di essere sedata, si sia guardata, occhi negli occhi, con i chirurghi, convinti di riuscire nel tentativo insperato, ossia di riportarla in pista qualche ora più tardi.

Mano fasciata, Sofia Goggia che si concentra solo su sé stessa, slalomeggia, non sbaglia una virgola e la sua discesa libera termina con una medaglia d'oro attorno al collo.

Impresa festeggiata con il tutore e il bastoncino legato al guanto attraverso un nastro adesivo, in quanto non riuscisse, neanche, a tenerlo in mano.

Evento unico, non oserei dire raro.

Unica Sofia - seppur nella sua lucida follia - ad ottenere il risultato sognato, facendo leva su quell'ampia dose di perseveranza, benzina vitale per alimentare grinta, tenacia e determinazione al fine di issarsi sul gradino più alto del podio, tratteggiando una lezione di vita a ciascuno di noi.

A ciascuno di noi, oppure a coloro che attendano aiuti dagli altri o dall'alto.

Come diceva il buon Sinisa Mihajlovic: " Se cerchi una mano, la troverai in fondo al tuo braccio".

E nel sabato in cui si siano spese fiumi di lacrime di commozione e dolore, in memoria dell'immenso Sinisa, Sofia Goggia, in qualche modo, ha fatto sua quella massima.

Con l'abilità dei medici in sala operatoria, ha scavallato un ostacolo che appariva insormontabile.

Una lotta contro il tempo e contro i paletti.

Uno slalom sicuro e vincente, come lei.

La Sofia Nazionale, quella capace di non conoscere rivali.

Lorenzo Cristallo

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