“CRAZY FOR FOOTBALL”

Abbattere le barriere, sconfiggere i pregiudizi, essere matti, sì, matti di calcio.
Matti di calcio, di pallone, matti di inclusione.
E' ciò che sia andato in scena, nello scorso weekend, sabato 20 e domenica 21 maggio, in occasione dell'iniziativa, IL CALCIO E' DI TUTTI, svoltosi presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano.
Un torneo che ha visto la partecipazione di 25 squadre, per un totale di 450 atleti affetti da disturbi psichici.
Un evento organizzato, e promosso, dalla Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale della FIGC, alla presenza, fra gli altri, del Presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, oltre ai saluti, giunti, in video-call, dal parte del Ministro per lo Sport, Onorevole Andrea Abodi.
Nello scorso fine settimana, quindi, siano andate in scena 40 gare di calcio a 7, nel contesto generale di una manifestazione sportiva, allo scopo di infrangere vecchi, ma eterni, tabù.
La malattia mentale, il disagio psichico, sconfitti attraverso la forza inclusiva dello sport.
Il mettersi in gioco, la potenza emotiva nel condividere la vittoria, sul campo, e le sconfitte, come medicina per sentirsi parte integrante nella società.
Correre dietro ad un pallone, ponendo in vetrina il proprio talento, ma soprattutto quella voglia di farcela, di tirarsi fuori dalla zona d'ombra, aiutati e supportati da allenatori e psicoterapeuti in grado di tracciare nuovi sentieri.
Sentieri in cui non sia presente la parola ghettizzazione.
Sentieri in cui la diversità non sia una condanna.
Sentieri in cui la vergogna, la ritrosia, il sentirsi inadeguato non rappresentino fattori in grado di lasciare il segno in un quadro generale da cui restare esterrefatti.
Il quadro generale di un fine settimana - quello precedente – tratteggiato da sfide in campo, di gol, abbracci e premiazioni.
Sul manto erboso di Coverciano, laddove i campioni d'Europa in carica si allenino in vista delle future imprese.
Nel frattempo il palcoscenico principale è tutto per loro.
Per quei ragazzi che vogliano sorridere alla vita.
Ragazzi che vogliano dimostrare, a tutti, che una vita fuori dai centri di cura sia possibile.
E che il pallone possa rappresentare un palliativo anche più efficace, delle consuete pillole.
Partite, tra l'altro, dirette dagli arbitri Irrati e Ferrieri Caputi, a testimonianza di come l'evento sia stato curato nei minimi dettagli.
Con l'intento di manifestare interesse verso quel calcio che si muove anche, e soprattutto, per scopi terapeutici.
Riscoprendo la gioia di vivere.
La bellezza dello sport.
Sentirsi matti, sì, dalla voglia di rincorrere un pallone emulando le gesta del campione preferito.
Perché, poi, in fondo, in fondo, pazzi per il football, lo siamo un po' tutti.
Lorenzo Cristallo