“COSI’PARLO’ FRATTESI”

La riflessione profonda, giunge da Coverciano.
Giorno di vigilia, prima della partenza per l'Olanda.
C'è una Nations League da onorare, ma soprattutto da provare a vincere.
La Spagna in semifinale, e poi si vedrà.
Una fra i padroni di casa degli Oranges e la Croazia, per iscrivere il proprio nome su un palmares che veda, sin qui, fra le Nazionali trionfatrici, il Portogallo e la Francia.
A parlare è Davide Frattesi, centrocampista del Sassuolo, classe 1999, corteggiato da molti club.
Sia italiani che esteri.
E proprio all'indomani, o quasi, della meravigliosa cavalcata dell'Under 20, conclusasi con un secondo posto nel Mondiale in Argentina, Davide Frattesi lancia l'allarme, o, più che altro, fotografa la situazione nel nostro Paese.
Evitando di filtrare concetti e parole, il centrocampista neroverde dichiari come si prediliga l'estero, piuttosto che valorizzare un calciatore nostrano.
Si preferisca mettere in pasto ai tifosi un calciatore proveniente da qualsiasi altra parte d'Europa, piuttosto che concedere spazio ed opportunità al Made in Italy.
Attuando, così, una politica che non favorisca i talenti italiani e soprattutto metta in difficoltà i c.t. delle varie Nazionali – compreso Mancini – al fine di competere, ad armi pari, con le altre rappresentative.
Frattesi, poi, ha aggiunto, che per quanto concerne il suo futuro, preferirebbe restare nella nostra serie A, accumulando ulteriore esperienza, per poi, solo dopo, volare all'estero, al fine di misurarsi con altri campionati, come ad esempio l'ambita Premier League.
Ma non è questo il punto.
L'aspetto cruciale del suo discorso, delle sue risposte, si annidi in quell'istantanea che veda il nostro Paese, o comunque i dirigenti dei club italiani, preferire i giocatori provenienti dall'estero, sin dai settori giovanili, piuttosto che far crescere, e maturare, i giovani nostrani.
Una scelta che stia penalizzando il nostro calcio, specie negli ultimi anni.
Anni di pochissimi successi e tante delusioni.
Sia con i club che con le Nazionali.
In azzurro, un Mondiale vinto nel 2006, due mancate partecipazioni alla competizione iridata, e l'Europeo conquistato nel 2021.
Con i club, invece, una Champions vinta dall'Inter nel 2010 e la Conference League della Roma, nel 2022.
Poche righe, quindi, per tracciare i successi internazionali del nostro Paese.
Con Frattesi che giura amore all'Italia, al nostro campionato, non nascondendo, però, le preoccupazioni per le generazioni che verranno.
Quelle che faticheranno ad imporsi, sin tanto venga concesso poco spazio al talento griffato Made in Italy.
Con il timore che quanto proposto dall'Under 20 possa restare un bagliore nel buio, compiuto da calciatori che, allo stato attuale, fatichino, e non poco, nel ricevere opportunità sia in A, sin in B che, addirittura, in C.
Specchio di un pallone proteso al business, al nome esotico proveniente da altri lidi, palesando distrazione e disinteresse verso tutto ciò che parli italiano.
Lorenzo Cristallo