“CIAO LUCA”

06.01.2023

Forse non basteranno queste righe.

Forse nulla saprà esprimere il mio dolore verso la scomparsa di un grande uomo e di un grande campione.

Nel corso di questi anni ho raccontato la malattia di Luca Vialli.

Ne ho parlato, tratteggiandone il coraggio, la resilienza, la compostezza di un uomo gentile e saggio.

Parlava del cancro come di uno sgradito compagno di viaggio, con la speranza che, prima o poi, si sarebbe stancato di sedergli accanto.

Ed invece quel male è tornato prepotente, inducendoci a dire addio all'immenso Luca, in questa mattina del 6 gennaio.

Luca Vialli.

Tante cose, nel corso della vita, sia stato Luca Vialli.

Coraggio e resilienza.

Simpatia e bizzarrie nel corso della carriera da calciatore.

Da Cremona alla Samp, e poi Juve e Chelsea.

Ha sdoganato vecchi cliché, ha deliziato le platee di tutto il mondo attraverso giocate sublimi.

In maglia blucerchiata, assieme al suo gemello di sempre, Roberto Mancini, condusse il Doria sul tetto d'Italia.

Con la Juve, poi, quella Champions indimenticabile.

22 maggio 1996, ed una Vecchia Signora sullo scranno più alto d'Europa, come poi non sarebbe più successo.

Negli ultimi anni l'avventura in Nazionale, accanto ai compagni di quella Samp scudettata.

Mancini, Lombardo, Salsano, Nuciari.

L'abbraccio di Wembley. La vita che torna a scorrere nelle vene.

Il rituale di salire sul pullman, per ultimo, infondendo carisma a quei ragazzi capaci di issarsi sul gradino più alto del Vecchio Continente.

Vialli, il vincente.

Vialli, il numero uno.

Quello in grado di non prendersi, mai, troppo sul serio, vantando, però, una bacheca da primo della classe.

Di successo, quindi, ma umano.

Cortese, disponibile, sorridente.

Profondo nelle osservazioni.

Con quell'aura particolare che solo uomini eccezionali sappiano disporre.

Ha trasmesso coraggio agli azzurri, nella cavalcata conclusasi con il trionfo nella casa dell'allora Regina Elisabetta.

Ha donato, parte di sé, a tutti.

Ha dispensato quel coraggio e quella calma con cui abbia affrontato, dal 2017, la comparsa di un male terribile.

Quel cancro combattuto con la consapevolezza che rabbia e frustrazione non avrebbero potuto lenire il dolore.

Nell'ultimo mese qualcosa sia precipitato.

La notizia della sospensione dal ruolo di capodelegazione della Nazionale, il ricovero a Londra, la visita da parte dei suoi familiari.

Il fiato sospeso in attesa di una lieta notizia.

Mercoledì, poi, a Cremona, durante la gara fra i grigiorossi e la Juventus, quello striscione con la scritta: "Luca Vialli segna per noi...", ed oggi la breaking news che mai avremmo voluto leggere.

Tante cose resteranno di te, Luca.

Il rispetto nei confronti degli avversari.

L'amore trasversale da parte di tutti coloro che siano stati compagni di squadra e rivali.

L'ammirazione dei tifosi di calcio e quel sorriso che brillava sul tuo viso illuminato da quegli occhi azzurri.

Un'altra grave perdita.

Un altro addio che mai avremmo voluto pronunciare.

Fai buon viaggio, Luca Vialli.

Il Paradiso ti accoglierà, abbracciandoti e ricordandoti di quanto bene e di quanto bello tu abbia mostrato nel corso della tua vita.

Nella tua vita privata e in quella professionale.

La vita di un attaccante dai colpi magici, dalle rovesciate spiazzanti e dagli abbracci emozionanti.

Lorenzo Cristallo

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