“CARO PAOLO TI SCRIVO”

08.12.2022

Caro Paolo, Paolo Rossi.

Domani mattina ci sveglieremo e saranno due anni che non sarai più qui, tra noi.

Fisicamente tra noi.

Perché nel frattempo tutto, giustamente, parli ancora di te.

Sempre, ogni istante, specie in questo periodo dove sul Golfo Arabo stiano disputando il primo Mondiale in un Paese islamico.

In Qatar, Paolo, in un Paese in cui, prima del fischio d'inizio, tante ombre e divieti abbiano fatto da preludio ad una serie di partite che decreteranno la Nazionale campione del mondo.

Sai, Paolo.

Quando pensiamo a te, tutti noi, giornalisti, appassionati, ragazzi nati negli anni '80, uomini nati nei '60 e '70, abbiamo verso i tuoi confronti, un tipo di venerazione da riservare ad un mito.

L'icona del calcio italiano.

Quello che mai più, o difficilmente, ritroveremo.

Il ragazzo educato, perbene, gentile, che ha trasmesso, attraverso queste buone maniere, tanto rare nella società di oggi, quella forza per issarci sul tetto del mondo.

Anche quando la stampa remava contro, anche quando il nostro Paese, l'Italia, aveva tremendamente bisogno di un sorriso, di un sospiro rigenerante, aveva tanto bisogno di scendere in strada per festeggiare un titolo mondiale, e non solo per protestare contro la crisi, i venti di chiusura aziendali, scendere in piazza per manifestare contro il terrorismo.

Sei stato il bagliore di luce radiosa dopo gli anni di piombo.

Sei stato l'esempio di come fare scaccomatto ai re.

Ai re brasiliani e al Re Maradona.

Con quella maglia azzurra, sudata, numero 20, abbracciato da tutti.

Idealmente da tutti. Da tutti noi che saremmo voluti essere allo stadio Bernabeu, accanto al Presidente Pertini, per onorarti e portarti sulle spalle.

Sai, Paolo, ad oggi le cosa vanno così, così.

Tra inchieste giudiziarie che vedano coinvolta la tua Juve, ad una Nazionale italiana, per l'appunto, fuori dal Mondiale, e con tanta voglia e necessità di ripartire dai giovani.

Qualcuno ha accostato Raspadori a te.

Giacomo è un bravo ragazzo, talentuoso ed emergente. Saresti contento nell'ammirarlo e forse, un po', ti somiglia. Ma sarà il tempo a fornire i giusti confronti.

Nel frattempo, ci manchi.

Per fortuna, però, che tua moglie Federica e le tue bimbe, oltre a tuo figlio Alessandro, tramandino il tuo nome ovunque, attraverso un Governo del calcio italiano e internazionale che non ti hanno dimenticato.

E mai lo faranno.

Domani saranno 2 anni senza te.

I tuoi compagni in Nazionale, di quella strepitosa Nazionale del 1982, ti ricordano costantemente.

In tv, Marco Tardelli si commuove, parlando di te.

Così come Antonio Cabrini oppure Fulvio Collovati.

I ragazzi dell'82, quelli scesi sulla terra, capaci di sovvertire un destino avverso.

Sei e resterai un esempio.

Domani, Paolo, si giocheranno i primi quarti di finale e in occasione della finale tua moglie Federica e le tue bimbe saranno a Doha, perché il Mondiale è, e resterà, roba tua.

Soprattutto tua.

Di quel Paolo Rossi, irrefrenabile, incontenibile, spietato, che ci permise di urlare al mondo, che noi, proprio noi, quelli desiderosi di risorgere, fossero diventati: CAMPIONI DEL MONDO.

Lorenzo Cristallo

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